"Cappuccetto rozzo" parla in vernacolo toscano

Il comico Jonathan Canini oggi e domani è al Teatro Verdi con il suo cavallo di battaglia

Migration

Jonathan Canini è il nuovo asso toscano della comicità e grande è l’attesa al Teatro Verdi, oggi e domani alle 21, per quello che è ormai il suo cavallo di battaglia, "Cappuccetto rozzo". Appena ventisettenne, si è avvicinato al mondo dello spettacolo quasi per gioco.

Come è nato lo spettacolo?

"Per caso circa tre anni fa alcuni collaboratori mi chiesero un pezzo teatrale con riferimento alla fiaba. Avevamo iniziato, poi il Covid ci ha fermato. In questo tempo abbiamo migliorato la prima versione".

Cappuccetto Rozzo perché?

"Ho rivisitato in chiave comica e in vernacolo toscano la nota fiaba. Ci sono i personaggi caratterizzati da un particolare vernacolo. Il cacciatore è pisano, la nonna livornese, il lupo lucchese di Campo Catino e la protagonista fiorentina. E’ così un esilarante botta e risposta perché si sovrappongono i campanilismi. Con me sul palco c’è Riccardo Di Marzo, comico e imitatore".

Da quanto tempo hai iniziato a lavorare in teatro?

"Circa dieci anni fa ho cominciato col cabaret; portavo in giro delle gag con il gruppo Piccioni spennati. Poi ho frequentato la scuola di cinema a Firenze per perfezionarmi in recitazione. Da allora ho fatto altri due spettacoli: Palcoscemico e Canini come i denti e anche i film Oh quanta fila c’era e Santa Maria a Monte: un giornalista di troppo. Ho anche partecipato ai Delitti del Bar Lume a fianco di Filippo Timi".

Amatissimo sui social?

"Sì, nonostanteo non sia molto tecnologico. Ho iniziato a caricare i video sul web e ho costatato una maggiore affluenza nei teatri, così sono riuscito a pubblicizzare il mio lavoro. La mia carta vincente è cercare un contatto diretto con il pubblico".

Una carriera in ascesa?

"E’ bello vedere che il pubblico è sempre in aumento. Ho iniziato con 20 persone e ora ho raggiunto una platea non disprezzabile".

Faustina Tori