Al liceo il parroco-eroe "Abituatevi alla lealtà"

Incontro con don Antonio Coluccia, prete nelle borgate della Capitale. Con lui il giudice Roberto Pennisi della Direzione nazionale antimafia

Credere che la mafia sia qualcosa di estraneo al nostro piccolo mondo è un errore. Lo testimoniano la vita e l’opera, anzi, le opere di due personalità che nel quotidiano si spendono per gli altri: Don Antonio Coluccia, per tutti, "il prete eroe" che ogni giorno, tra le borgate della periferia romana, Tor Bella Monaca, Quarticciolo, San Basilio e Corviale, si muove in mezzo agli "ultimi" prodigandosi senza compromessi né soste, in un percorso di indefessa cittadinanza evangelica attiva e, in altro ambito, il giudice Roberto Pennisi, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, esperto in ecomafie. L’aula Gamma del liceoha ospitato questi personaggi in un incontro organizzato dalle docenti responsabili dei percorsi di Educazione civica, le docenti Iolanda Cosentino e Rossella Grande in collaborazione con il Rotary Club "Marino Marini" rappresentata da Lucia Ghieri. Ha introdotto la conferenza la dirigente scolastica, Marzia Andreoni, alla presenza del prefetto Licia Donatella Messina, di Gaetano Di Mauro dirigente del Commissariato, dell’assessore all’istruzione Federica Rastelli e di alcune classi e un gruppo di insegnanti della scuola. Ospite d’onore, don Coluccia. Nel presentare l’incontro, la preside ha ricordato che il Salutati è da sempre impegnato in vari progetti didattico-educativi volti a promuovere nelle classi l’educazione alla legalità grazie ad un team di docenti eccellenti che nella pratica di tutti i giorni applicano nelle classi i principi etici ispirativi alla Carta Costituzionale. I fenomeni mafiosi, sostiene la dirigente, non sono né una piaga risolta – nonostante il recente successo dei Ros nella cattura di Matteo Messina Denaro - né un fenomeno esotico lontano dal mondo dei giovani che si affacciano alla vita con progetti di studio e di lavoro ambiziosi. "I ragazzi - ha ribadito la preside - devono reagire attivamente impegnandosi affinché le "pratiche mafiose" divengano estranee rispetto al loro quotidiano nel quale potrebbero sperimentare la consapevole (e a volte scomoda) abitudine alla lealtà, alla trasparenza, al rispetto verso l’altro da sé. Le aule scolastiche dovrebbero così rappresentare un’occasione per cimentarsi in questo esercizio civico che si fonda sulla consuetudine all’onestà e all’apertura empatica verso l’altro. Ai giovani spetta l’arduo compito di cambiare la "narrazione negativa" legata ai luoghi della mafia, operazione tutt’altro che funambolica se concepita all’interno di un disegno armonico nel quale scuola, famiglia e società operano in sinergia condividendo modalità e intenti". La preside ha concluso definendo la frontiera dei ragazzi un "presidio della legalità" che si concreta mediante tutte le piccole azioni oneste, spese nel quotidiano. Il prefetto Messina ha evidenziato come la settimana corrente sia speciale per l’Italia e lei, da siciliana, sente in modo ancora più intenso questo successo dato che, fin da ragazzina, ha sentito gravare "come un macigno il peso della piovra mafiosa". Poi è arrivato il momento di don Coluccia, che ha raccontato la sua strenua difesa evangelica dei bisognosi in nome non solo dell’etica cristiano-cattolica, ma di principi civili universalmente condivisibili.