Roland Garros, tutti pazzi per Musetti "Lascio Parigi con tanta esperienza"

"Lorenzo ha dato tutto nei primi set, poi il suo fisico si è bloccato" spiegano mamma Sabrina e papà Lorenzo

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Giornata storica per il giovane campione carrarese Lorenzo Musetti.

di Maurizio Munda

"Ero teso, poi ho iniziato a giocare bene e mi sono sciolto fino a quando mi ha ceduto il fisico, dopo due set giocati con molta intensità a con l’adrenalina a mille, ed è venuta meno la tenuta fisica. Comunque lascio Parigi molto contento e con tanta esperienza, con due tie break giocati ad alto livello". Così nell’immediato dopo partita Lorenzo Musetti sintetizza la sua partita che, nonostante il finale, resta sempre un’impresa (la prossima sarà la maturità a scuola).

"L’ho visto bene, paga il tributo dovuto alla giovane età, deve imparare a tenere i cinque set (i tornei del grande slam si giocano al meglio dei cinque set, ndr) ma è stata una grande prestazione". Quello di Marco Biagini è un autorevole commento che arriva da un esperto della racchetta e della terra rossa, che veste anche i panni dell’aruspice: "Con i suoi 19 anni deve ancora maturare e potenziare i colpi, ma entro l’anno arriverà sicuramente entro i primi 50 e non è azzardato pensarlo in un futuro a medio termine nella top 10 – continua Biagini –. Non bisogna avere fretta, contro Djokovic ha fatto fin troppo, ne vedremo delle belle".

Ne sanno qualche cosa in casa Musetti dove i genitori di Lorenzo, Sabrina e Francesco, hanno rinunciato a volare a Parigi per vedere dal vivo la partita e hanno preferito seguire il figliolo da casa, da soli come da consuetudine. "Lorenzo ha dato tutto nei primi due set, poi il suo fisico di diciannovenne si è bloccato e la partita è finita lì".

Edoardo è il cugino di Lorenzo, ha solo 10 anni ma anche lui gioca a tennis dall’età di quattro anni, anche lui palleggia nel garage di nonna Maria e domenica era in finale ad un torneo “Kinder“ a Torre del Lago così che a settembre sarà ai nazionali di Roma. "Mio cugino non tiene ancora i cinque set – spiega Edoardo parlando già come un addetto ai lavori che ci capisce –. Nei primi due set Lorenzo ha giocato come un robot, spingeva su tutti i colpi, poi è venuta fuori l’esperienza dell’avversario e non c’è più stato niente da fare".

Paolo Dazzi è il presidente onorario del Panathlon Club di Carrara e Massa, di cui Musetti è testimonial: "Ho visto i primi due set, poi non ce l’ho più fatta – dice Dazzi – due set incredibili, giocati in maniera divina, con il pubblico che lo ha applaudito a scena aperta, con una notevole varietà di colpi che hanno impegnato Djokovic al massimo. Musetti non ha avuto paura, ha fatto punti incredibili, poi il crollo fisico probabilmente dovuto al fatto che Lorenzo si è dissanguato e sotto stress si deve essere svuotato". Dazzi ricorda anche il bel gesto finale di Djokovic: "L’applauso tributato a fine gara dice tutto su una partita dove il numero uno al mondo non ha regalato niente".