
Pietro Rizzi premiato per i suoi 30 anni da dirigente a Roma dai presidenti della Figc Giancarlo Abete e dall’Lnd ed ex arbitro Luigi Agnolin
Quarant’anni di attività ininterrotta nel mondo del calcio sono un traguardo non facile da raggiungere. Ci è riuscito benissimo Pietro Rizzi, 80 anni, che dopo un periodo così lungo ed intenso l’anno scorso (30 giugno 2024) ha deciso di abbondonare definitivamente un ambiente per lui così familiare. Una carriera importante che gli ha fatto guadagnare il rispetto non solo di Pontremoli, sua città d’adozione, ma di tutta la Lunigiana. Quanto è stato difficile prendere questa decisione?
"In realtà quell’idea mi era già balenata in testa, ma poi ho sempre scelto di continuare. L’anno scorso ho capito veramente che era arrivato il momento di smettere".
Ormai è passato più di anno. In questo tempo non ha mai avuto un ripensamento?
"Sinceramente sì. Vedere la Pontremolese rinunciare alla Promozione e alla Juniores per concentrarsi solamente sul settore giovanile mi ha fatto male. Se qualcuno me lo avesse chiesto probabilmente sarei sceso nuovamente in pista per dare una mano nel salvarla".
Un amore lunghissimo quello per la Pontremolese...
"Tutto è nato nel lontano 25 aprile 1984. Lì ho ricoperto vari ruoli. Ho iniziato come direttore sportivo, poi come vicepresidente, ancora dopo come direttore generale e responsabile del settore giovanile e infine come presidente. Poi la stessa carica l’ho ricoperta nel Lunigiana 2000, nel Gsd Lunigiana e nel Gsd Pontremolese. Un ruolo svolto per 19 anni, ripianando dei debiti e cercando di attorniarmi di persone serie, con l’obiettivo di far crescere il club".
Tanti i traguardi raggiunti...
"Quando sono arrivato la squadra era in Terza Categoria. Dopo 5 anni abbiamo conquistato la Promozione e infine l’Eccellenza, anche se poi siamo nuovamente scesi. Siamo retrocessi due volte, una di queste per valorizzare i giovani, tra cui Spagnoli, Lombardi, Bregasi, Caldi e Manenti, tanto per fare qualche nome. Alla fine non abbiamo più cercato di risalire perché non c’erano le risorse sufficienti".
Dopo cos’è successo?
"A Maggio 2017 ho dato le dimissioni, lasciando il club in salute, con la squadra in Promozione, la Juniores, gli Allievi, i Giovanissimi, gli Esordienti, i Pulcini e con una scuola calcio che andava a gonfie vele. Mi sono spostato prima a Filattiera, poi a Serricciolo e infine a Mulazzo dove sono rimasto 3 stagioni come dg. Negli ultimi anni non ho più fatto il presidente perché non volevo più questa responsabilità".
Più soddisfazioni o delusioni?
"Sicuramente più soddisfazioni. Le delusioni ci sono se uno sa di non aver lavorato bene. Io ho sempre fatto tutto con serietà. Mi piace essere una figura di primo piano e credo di esserlo stato. Quello che è certo è che non cambierei una virgola di quello che ho fatto, compreso gli errori perché mi sono serviti per migliorarmi".
Qualche amarezza è impossibile non averla...
"Ad essere sincero ho l’amarezza di non aver ricevuto alcun riconoscimento per i miei 40 anni di attività sportiva. Mi sarei aspettato che la Figc Toscana, che ho sentito a giugno dell’anno scorso, e che l’amministrazione comunale proponessero qualcosa".
Qual è il suo vanto più grande?
"Ho ricevuto diversi premi di cui vado fiero, a cominciare dal 1° diploma ricevuto nel 1993 per aver superato il corso da dirigente. Poi sono stato premiato a Firenze da Innocenzo Mazzini, appartenente al Comitato Toscano della Figc per aver iniziato la scuola calcio nel territorio di Massa Carrara. Ho ricevuto un premio per i miei 30 anni da dirigente a Roma dal Presidente della Figc Giancarlo Abete e dal Presidente della Lnd ed ex arbitro Luigi Agnolin. A settembre 2017 ho ottenuto una targa dalla Pontremolese e ad agosto 2023 un riconoscimento dal Gs Torrano. Ci tengo anche a ricordare che in più in 40 anni di attività non ho mai ricevuto una squalifica".
Quale allenatore le ha lasciato il ricordo più bello?
"Mi sono trovato bene con tutti. Preferisco non fare nomi perché rischierei di scordarmi qualcuno. Quello che posso dire è che nella mia lunga carriera ne ho esonerati solo 4, compreso il settore giovanile".
Ha qualche ringraziamento particolare da fare?
"Ringrazio prima di tutto la mia famiglia perché mi ha sempre supportato, tutti i dirigenti con cui ho collaborato, tutti gli allenatori che ho avuto, tutti i giocatori, sia delle prime squadre che del settore giovanile, tutti i bambini della scuola calcio e i loro genitori".
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