
Andrea Filippi
Andrea Filippi, il numero cinque, capitano della Pontremolese che ha messo insieme qualcosa come 317 partite tra Real Forte Querceta e l’Azzurra, 34 marcature, dopo nove stagioni consecutive, saluta il club di piazza Caduti di Superga. "Non è una decisione semplice – afferma il vichingo di Mignegno –, perché questa squadra ha rappresentato per me molto più di un impegno sportivo. E’ stata una parte importante della mia crescita, dentro e fuori dal campo. In questi anni ho avuto la fortuna di conoscere tante persone con cui ho condiviso momenti indimenticabili, e molte di queste resteranno inevitabilmente nel mio cuore".
Dopo 279 gettoni di presenza finisce per certi aspetti una storia vera fatta di alti e bassi. "La gioia della vittoria del campionato e l’amarezza della retrocessione – dice –, contornate da altre sette stagioni sempre positive. Non posso non citare quella appena conclusa che, se non fosse stato per un motivo extracampo ormai fin troppo noto, ci avrebbe visti trionfare di nuovo".
Però, restano le pagine più belle e più importanti: "Una stagione speciale, condivisa con un gruppo di amici dentro e fuori dal campo; ciliegina sulla torta di un percorso indelebile ed emozionante. Sono grato alla Pontremolese per avermi dato l’opportunità di cimentarmi nel ruolo di allenatore all’interno del suo prestigioso settore giovanile: un’esperienza che mi ha dato tanto e che è stata fonte di grande crescita personale. Un grazie va quindi a tutti i compagni, dirigenti e staff che, con me, hanno fatto parte dell’Azzurra. Ma un ringraziamento speciale lo merita Piergiorgio Aprili, presidente della società e amico sincero, persona alla quale sono legato da una profonda stima reciproca e da un rapporto extracalcistico di lunga data. A lui va la mia gratitudine per non avermi mai fatto mancare il suo sostegno e la sua fiducia, facendomi sempre sentire un punto di riferimento per la squadra".
E a chi gli chiede come si è concluso questo capitolo, Filippi risponde: "A testa alta e, come avrebbe detto un mai abbastanza noto amico giornalista genovese, “ricordi tanti e nemmeno un rimpianto“, perché ogni volta che sono sceso in campo con quella maglia, l’ho fatto mettendoci tutto me stesso".
Ebal.
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