Lavoro, le aziende continuano a non trovare addetti: il caso Delmar

Non è bastato neppure un “open day” a reperire manodopera: mancano ancora quindici persone

Un lavoratore in zona industriale

Un lavoratore in zona industriale

Massa Carrara, 19 giugno 2021 - Magazzinieri, carpentieri, autisti, contabili, verniciatori, ma anche architetti, designer, avvocati e chi più ne ha più ne metta: a sentire le aziende nostrane sotto le Apuane a mancare più che il lavoro sarebbero i lavoratori.

Si tratta questo di un allarme trasversale che non riguarda solo le attività stagionali, ma anche ditte avviate e veri e propri colossi del nostro territorio. La prima a farsi sentire, circa un mese fa dalle colonne de La Nazione, era stata la Delmar: azienda che si trova al confine tra Carrara e Massa specializzata nella vendita di pesce al dettaglio e all’ingrosso. Messa da parte la pandemia il lavoro è ripartito talmente bene che la ditta non è riuscita ad assumere tutto il personale di cui aveva bisogno.

Per questo alcune settimane fa in piena zona industriale è stato organizzato un vero e proprio open day per provare a selezionare 25 nuovi addetti da assumere immediatamente, di cui 10 a tempo indeterminato. Diverse le figure richieste: addetti al laboratorio lavorazione, magazzinieri, autisti, contabili di magazzino e addetti alla qualità, ma ancora oggi sono diversi i posti vacanti.

«Tra stagionali e personale da inserire a tempo indeterminato – spiega l’amministratore delegato di Delmar Mattia Mannini – siamo ancora alla ricerca di almeno 15 lavoratori. Dopo l’open day qualcuno è stato inserito in un percorso di formazione, ma la strada è ancora lunga".

Sui motivi che hanno portato alla nascita di questo problema, invece, il numero uno dell’azienda di via Dorsale non si dà una risposta certa. "Sinceramente prima d’ora non ci siamo trovati a dover far fronte a così tante assunzioni tutte assieme – sottolinea Mannini –, solitamente era un processo più continuo nel tempo. Credo che anche questo fattore possa avere inciso".

Un’altra azienda che assume, e pure tanto, nonostante le difficoltà offerte dal mercato del lavoro locale è poi The Italian sea group. Il colosso della nautica ha per bocca del suo stesso Ceo, Giovanni Costantino, avuto grossi problemi negli ultimi anni nel reperire verniciatori e carpentieri, ma parallelamente ha portato avanti, e sta portando avanti, una grande campagna di assunzione di tecnici specializzati. Ingegneri, architetti, legali e designer sono alcune delle figure che si cercano in viale Colombo.

"La nostra attività continua a crescere, da inizio anno abbiamo già assunto almeno 60 persone e entro dicembre contiamo di prenderne altre 30" ha spiegato giovedì lo stesso Costantino che, intanto, ha da qualche mese varato una propria accademia per formarseli in casa i professionisti.

L’Academy di The Italian Sea Group ha aperto le proprie lezioni in collaborazione con l’Università di Genova e la Fondazione Promostudi lo scorso tre maggio proponendo percorsi di eccellenza per i dipendenti dell’azienda e per studenti laureandi in Ingegneria Nautica, in Ingegneria Meccanica a indirizzo Meccatronico e Yacht Design. In attesa di vedere se questo investimento sulla formazione darà i suoi frutti, il problema del mancato incontro tra domanda e offerta è ben presente anche per il numero uno degli industruali apuani.

«Il problema – spiega il presidente di Assindustria Matteo Venturi – è che per anni il turnover è stato bloccato e con la pandemia le conseguenze di questa situazione sono peggiorate. Ora abbiamo una ripresa decisa, che sembra possa essere strutturale e quindi la mano d’opera manca. Ormai per certe professioni bisogna ragionare non di contratti di lavoro ma di superminimi e ci si soffia il personale da un’azienda all’altra con offerte allettanti". Diversi sono i settori che risentono di questa tendenza secondo Venturi. "Costruzioni, nautica e impiantistica hanno bisogno di manodopera qualificata che non si trova – conclude – . Finora i lavoratori non sono stati formati adeguamente".