Tentato omicidio del ‘Baraonda’: Giacomo Pucci torna a casa

Concessi gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al giovane in carcere dal dicembre 2013

Il sopralluogo della polizia al ‘Baraonda’

Il sopralluogo della polizia al ‘Baraonda’

Massa, 25 marzo 2015 – Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Giacomo Pucci. Domenica lascerà il carcere in cui ha trascorso un anno e mezzo di reclusione e tornerà a casa, ma con l’ausilio del braccialetto elettronico. Il Tribunale di Genova ha riconosciuto tutte le attenuanti generiche al giovane massese che era rimasto coinvolto nella rissa al disco-pub Baraonda, il 21 dicembre 2013. Pucci finì in manette con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di Marco Menchini. Per quella vicenda il pm aveva chiesto una condanna a dieci anni, il Tribunale invece lo condannò a 8 anni e 4 mesi di reclusione. Qualche mese fa, a gennaio, davanti al tribunale del riesame, gli avvocati della difesa, Francesco Persiani e Carlo Biondi avevano presentato istanza di scarcerazione per motivi di salute. La richiesta fu all’epoca respinta. Successivamente, a febbraio, la Corte di Appello di Genova aveva ridotto la condanna a Pucci a sei anni e 20 giorni, con la concessione delle attenuanti generiche. E adesso la scarcerazione in attesa dell’ultimo giudizio, quello della Cassazione. Giacomo Pucci si era sempre dichiarato innocente e addirittura assolutamente estraneo al duplice omicidio avvenuto la notte di Natale del 2013, quel giorno, peraltro, il giovane si trovava già in carcere. «Non faccio parte di alcuna organizzazione criminale, che addirittura ammazza la gente – aveva scritto il giovane in una lettera indirizzata al nostro giornale –. I due episodi, quello che mi vede coinvolto e l’omicidio, non sono collegati: i due ragazzi uccisi, infatti, sono di Montignoso mentre io ho avuto problemi solo con persone di Mirteto. Non avrei proprio avuto motivi di rivendicazioni e neppure di regolamenti di conti».