Violentata sotto un ponte, giovane a processo

Il fatto sarebbe accaduto a maggio 2020 sul lungo Frigido. La ragazza si era fatta medicare in ospedale. L’allarme dato dalla sorella

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Massa, 29 settembre 2022 - E’ cominciato ieri mattina in Tribunale a Massa il processo verso un giovane massese accusato di aver violentato una ragazza, anch’essa massese, che chiameremo Giovanna (nome di fantasia). La precedente udienza era stata puramente formale, ma mercoledì 28 settembre davanti al collegio presieduto dal giudice Ermanno De Mattia si sono avvicendati alcuni testimoni, tutti componenti della squadra mobile di Massa. Per la verità erano state chiamate a deporre anche Giovanna, sua sorella e la zia, ma non si sono presentate in aula. Le tre donne saranno ascoltate la prossima udienza.

Tornando al processo, secondo la ricostruzione dei fatti ipotizzata dalle forze dell’ordine, la violenza risale al 15 maggio 2020. A dare l’allarme è la sorella della giovane, preoccupata perché non la vede rientrare a casa all’ora concordata con la zia. Ed il ritardo crescente fa sorgere dei brutti pensieri. Comincia così un giro di telefonate e di contatti sui vari social media con l’ex fidanzata di Giovanna. L’ex fidanzata dice che non è con lei in quanto era andata via insieme a due ragazzi. Uno dei due viene contattato e spiega alla sorella di non sapere dove la giovane è finita in quando si è allontanata con l’altro ragazzo, che si chiama “Ale“. Da notare che in tutti questi colloqui la giovane vittima dell’abuso (vero o presunto che sia) viene chiamata con un nome maschile, non col suo nome di battesimo.

Il 16 maggio la sorella si presenta alle forze dell’ordine. Intanto Giovanna è dovuta andare al pronto soccorso per farsi medicare. Ai medici spiega che “Ale“ l’ha portata sotto il ponte sul lungo Frigido e l’ha violentata vicino ad un pilone. Una zona a cui si accede abbastanza facilmente perchè la recinzione è abbassata in più punti. Ed è in quella zona che poi si concentrano le ricerche degli agenti della squadra mobile, aiutati dai tecnici della Polizia scientifica, alle ricerca di tracce biologiche. Ma nel frattempo è piovuto e questo crea non pochi problemi. Da notare che l’inchiesta comincia ufficialmente il 16 maggio, il giorno in cui viene sporta la querela, ma in realtà il 15 sera, quando Giovanna arriva al pronto soccorso del Noa, i medici chiamarono gli agenti della Polizia di Stato per verificare se si trattava di una violenza sessuale.

Come dicevamo, la prossima udienza saranno ascoltate le tre donne: se si presenteranno in aula, in quanto dopo avere sporto denuncia non si sono presentate nemmeno all’udienza preliminare davanti al Gup. Poi sarà la volta dell’accusato, difeso dall’avvocato Erica Bertola e dal suo collega Davide Cariola. Ed è facile immaginare che in aula sarà battaglia, ovviamente a colpi di codice penale.