Variante giudiziaria. Il Consiglio di Stato rilancia il commercio nell’area industriale

Dopo 12 anni accolto ricorso sul piano: "Mai bocciato dal Comune". Nel centro direzionale previsti anche albergo, ambulatori e case.

Variante giudiziaria. Il Consiglio di Stato rilancia il commercio nell’area industriale

Variante giudiziaria. Il Consiglio di Stato rilancia il commercio nell’area industriale

Il Consiglio di Stato potrebbe riportare in ‘vita’ un progetto di ampliamento del centro direzionale e servizi all’uscita dell’autostrada, un lotto di completamento del vecchio piano particolareggiato nel perimento della Zona industriale apuana sottoposto all’amministrazione di Massa nel 2012 e mai approvato. Di fatto l’iter non si è mai concluso, come rimarca il Consiglio di Stato, perché l’istanza di rigetto firmata dai dirigenti a suo tempo e a più riprese negli anni, non bastava: serviva un passaggio in consiglio comunale. Ed è evidente che di fronte a una nuova pianificazione dell’area, a quanto accaduto anche negli ultimi anni, così come le proposte di variante, quella proposta prima bocciata potrebbe diventare anche interessante per l’amministrazione. Certo, tutto è da valutare e da mettere in conto eppure quell’idea progettuale potrebbe anche trovare un terreno fertile, sempre che le due imprese proponenti dopo circa 12 anni siano ancora interessate.

Ma di cosa si parlava? Di un’area di sei ettari destinata a centro direzionale le cui previsioni erano state solo parzialmente attuate dal piano di esecuzione del 1998. A dicembre 2012, le società Progedil RE Srl (oggi Capital Impresit srl) e Vincent Immobiliare Srl, avevano presentato una proposta di completamento, prevedendo la realizzazione di un’unità funzionale al centro direzionale ma con altre funzioni. Un volume destinato a struttura ricettiva, poi dodici unità funzionali a destinazione commerciale, di tre unità ambulatoriali, di dieci unità funzionali a destinazione direzionale, di due unità residenziali di guardiania, di un complesso dei parcheggi a raso e da magazzini. Certo tutt’altra cosa rispetto a un centro direzionale, con funzioni quindi contrastanti con quelli che erano gli strumenti urbanistici.

I dirigenti del Comune avevano rigettato la proposta con diverse determine, evidenziando appunto i profili di contrasto con la pianificazione: si introduceva la funzione commerciale, che non sarebbe stata prevista nemmeno dall’allora piano regolatore, la viabilità di accesso al comparto presenterebbe un tracciato che, per un tratto, si discosterebbe di alcuni metri da quello previsto del PPE approvato; implicando, di conseguenza, anche una modifica della perimetrazione dei lotti edificabili. Ll’intersezione della nuova viabilità di accesso al comparto con via Massa Avenza avrebbe comportato l’interessamento di aree che non sono nella disponibilità dei proponenti e, quindi, l’imposizione di un vincolo preordinato all’esproprio, la diminuzione della quota del piano campagna del sub comparto di mezzo metro oltre a mancare spazi per la convegnistica e per le attività promozionali, in quanto viene prevista una vera e propria struttura ricettiva, costruita interamente da camere con servizio autonomo di cucina, che non apparirebbe riconducibile ai servizi accessori per convegni, congressi. Forse corretto sotto il profilo tecnico ma non ‘amministrativo’.

Il ricorso presentato dalle società prima nel 2019 ha vinto al Tar e ora il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Comune di Massa su un punto chiave: la competenza per rigettare la proposta integrativa del Piano particolareggiato doveva essere del consiglio comunale ma non è mai avvenuto. E ora tutto potrebbe tornare in discussione con la palla che dovrebbe passare nelle mani della politica.

Francesco Scolaro