Trovati reperti di duemila anni fa Ogni scavo un tesoro a cielo aperto

La scoperta di una tomba ligure a cassetta con dentro una spilla e una fusaiola fatta dagli archeologi a Mulazzo

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Una tomba ligure a cassetta risalente a circa 2.400 anni fa è stata scoperta, ieri mattina, in un bosco a Canossa, in Comune di Mulazzo, nel corso di uno scavo archeologico promosso dalla Soprintendenza ai beni culturali nella zona in cui era stata rinvenuta nel 1972 una statua stele del gruppo B. Gli unici resti all’interno della tomba una spilla e una fusaiola, appartenute ad una donna, fanno pensare che anticamente la cassetta sia stata depredata. Ma nei prossimi giorni potrebbe arrivare anche l’annuncio del rinvenimento di un frammento di stele, già individuata da Germano Cavalli nel 1972, in un’area vicina e poi non più localizzata per la vegetazione. "Prosegue l’attività di impulso agli scavi archeologici con l’arrivo della nuova ispettrice Marta Colombo - spiega il direttore del Museo delle statue stele di Pontremoli, Angelo Ghiretti - Azione che ha portato anche agli scavi a Pontevecchio e a recuperare alcune stele esposte al degrado come quella di Campoli. Bisogna precisare che questo di Canossa è uno scavo delle Soprintendenza archeologica, diretto da Marta Colombo, e che i finanziamenti sono ministeriali e c’è solo una collaborazione del Museo delle statue stele di Pontremoli". Il punto di partenza dello scavo che ha portato a scoprire la tomba a cassetta è legata alle vicende della stele Canossa 1, trovata dal gruppo archeologico dell’Associazione Manfredo Giuliani formato da Romolo Formentini, Mara e Germano Cavalli, Aronne Zazzali, Stefano Milano, Roberto Bernardini, Pietro Rosi, Mario Guastalli, Riccardo Boggi e Ugo Folloni. La stele, rimasta senza la testa, era stata riusata come lastra di chiusura di una tomba a cassetta che però aveva 20 secoli di meno. "Quella stele, - aggiunge Ghiretti - è una delle più belle che attualmente si può ammirare al Museo delle statue stele perché ha un pugnale nel fodero splendidamente conservato". Esiste quindi la possibilità che ve ne siano altre nello stesso sito, attraversato da una pista preistorica di crinale, ambito privilegiato per trovare le stele. Grazie all’intervento del Rotary Club Lunigiana sono state preparate otto datazioni al carbonio 14 degli strati di scavo delle stele trovate a Groppoli. "Questi dati - svela - sono stati inviati da Pisa al Museo del Piagnaro e raccontano 12mila anni di storia. Partono dal mesolitico antico con gli ultimi cacciatori raccoglitori, proseguono con quattro date che riguardano il neolitico poi l’interro delle stele di Groppoli tra il VI e IV secolo avanti Cristo. A fossa chiusa emerge una data medievale antica, prefeudale, che ricorda il personaggio noto come Leodegar, che infranse gli idoli pagani. Tutte queste date vogliono dire che c’è un passaggio che è sempre stato frequentato negli ultimi 12.000 anni". A congratularsi con Ghiretti anche il sindaco Claudio Novoa. "Il territorio è un giacimento archeologico a cielo aperto – ha detto – Importante l’aspetto delle tutela dei siti che vengono monitorati e che possono offrire scoperte".

Natalino Benacci