Tragedia di Carrara, c’è un indagato per la morte di Luca Savio

La procura ipotizza il reato di omicidio colposo nei riguardi di un collega

 I volti segnati dal dolore delle persone che sono accorse sul luogo della tragedia

I volti segnati dal dolore delle persone che sono accorse sul luogo della tragedia

Carrara, 14 luglio 2018 - C’è un indagato per la morte di Luca Savio. Finisce nel fascicolo del pm Roberta Moramarco uno dei colleghi del 41enne rimasto vittima di un incidente sul lavoro mercoledì mattina in un deposito di Marina, in viale Zaccagna, la Fc autogru. L’ipotesi di reato formulata dalla Procura è omicidio colposo ed è stata disposta per lunedì l’autopsia sulla salma del giovane che ha perso la vita dopo esser stato colpito da un blocco di marmo. In queste ore, mentre sta facendo discutere molto il contratto di lavoro di una settimana del 41enne all’azienda marinella, entra sul tema anche l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, che dice la sua: «Un altro morto che va ad allungare il triste elenco di morti bianche (che di bianco ha ben poco) che ormai ha i connotati di un bollettino di guerra. Ed è per questo che non dobbiamo mai abbassare la guardia, ma al contrario occorre insistere intervenendo con risposte sempre più rapide e articolate sul versante della prevenzione. Lo si deve fare tutti ognuno per la sua parte, per primi chi governa le istituzioni del nostro paese, non accontentandosi mai, ma affrontando alla radice anche tutti i risvolti sempre più problematici della materia in grado di scuotere il sistema socio – lavorativo del nostro paese.

Noi saremo sempre in lutto ogni qualvolta ci sarà un morto sul lavoro e sempre in apprensione quando, invece, ci sarà un infortunato, e pensiamo che un solo morto o un solo infortunato è già troppo e ogni volta che succede è una sconfitta per tutti noi. Smettiamola di pensare che l’infortunio sia una fatalità, non è un fenomeno inspiegabile si spiega benissimo: è un problema di casualità, di prevedibilità, di misure di prevenzione e procedure lavorative, siamo al primo posto in Europa per la legislazione in tema di sicurezza sul lavoro, quindi e ora di dire basta a questo stillicidio, le leggi ci sono vanno fatte applicare e rispettare. E’ impensabile che nel 2018 un lavoratore esca di casa per recarsi al lavoro, per espletare un sacrosanto diritto che gli consentirebbe di avere una vita dignitosa per se e la propria famiglia, facendovi ritorno con infortuni più o meno gravi che segneranno per sempre la sua vita e quella dei famigliari o nei casi più gravi non vi faccia più ritorno mandando nello sconforto genitori, mogli e figli. Chiederemo con forza al Parlamento e al nuovo Governo di mettere al primo posto nell’agenda istituzionale la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro con un impegno forte destinando più risorse in modo da avere più ispettori destinati al controllo e per azioni mirate al rafforzamento della formazione dei lavoratori cominciando dal mondo della scuola».