REDAZIONE MASSA CARRARA

Tesori pontremolesi Tutti in coda per le visite

Record di visitatori per le aperture straordinarie della “Ca’ di Piazza” e della centrale idroelettrica di Teglia per le Giornate Fai d’Autunno

Record di visitatori per le aperture straordinarie della “Ca’ di Piazza” e della centrale idroelettrica di Teglia per le Giornate Fai d’Autunno

Record di visitatori per le aperture straordinarie della “Ca’ di Piazza” e della centrale idroelettrica di Teglia per le Giornate Fai d’Autunno

I tesori d’arte della “Ca’ di Piazza”, protagonista del FAI d’autunno in Lunigiana, sono stati presi d’assalto da una grande folla di visitatori. Una vera invasione di turisti della cultura che hanno gremito il centro storico pontremolese alla ricerca di emozioni suscitate dalla scoperta di un edificio che colpisce per l’imponente bellezza degli interni. Tutti in fila per ammirare le bellezze barocche pontremolesi magnificamente affrescate da artisti come Francesco e Giovan Battista Natali con Antonio e Nicolò Contestabili che portarono in Lunigiana, nel Settecento, la tecnica della quadratura. Il sindaco di Pontremoli Jacopo Ferri ha ringraziato quanti hanno contribuito al clamoroso successo, dal Fai ai proprietari della dimora storica Zucchi Castellini che hanno voluto aprire le porte delle loro case a titolo gratuiro, da Edison che ha aperto le porte della centrale idroelettrica a tutti: i visitatori, molti arrivati anche da lontano. Lunghe code agli ingressi dei palazzi, piazze gremite da gruppi, famiglie e coppie.

Ca’ di Piazza è una delle residenze storiche più rappresentative di Pontremoli ed è situata proprio nel cuore del centro storico. Questo elegante palazzo risale al XVI secolo e combina elementi architettonici rinascimentali con successivi interventi barocchi, rendendolo un esempio unico di architettura nobiliare. "E’ un palazzo splendido e ben tenuto – commentano Ines e Antonio, arrivati da Torino -. Ci hanno colpito gli affreschi e le tele. Complimenti anche alle guide FAI che hanno saputo spiegarci in modo affascinante tutti dettagli artistici approfonditi nel contesto storico". Anche bar e ristoranti hanno dovuto fronteggiare il diluvio turistico per la giornata di piazza dedicate alla bellezza, all’arte e alla storia di luoghi solitamente inaccessibili. Una conferma della vocazione turistica della “città del libro” che ha nel suo passato un futuro da coltivare.

I turisti, con lo stesso biglietto, hanno potuto ammirare anche il museo delle statue stele del Piagnaro, il Diocesano e quello della Misericordia. E in parallelo, domenica, si è svolta anche la quarta edizione di ‘Archivi.Doc’ nell’ambito dell’evento nazionale "Carte in dimora" dell’Associazione Dimore storiche italiane che nel centro pontremolese spalancava le porte alla Biblioteca del Seminario, formatasi a partire dagli ultimi anni del XVIII secolo. Conta su circa 50mila volumi, tra cui cinquecentine e incunaboli, oltre a 138 raffinate edizioni bodoniane di libri donati dal duca Carlo III di Parma a metà Ottocento.

La Biblioteca pontremolese contò inizialmente sul fondo antico dell’ex Convento dei Frati Minori soppresso dal Governo granducale (1783): cinquecentine malandate a cui si aggiunsero quelle del soppresso convento di san Francesco di Fivizzano (181). "Un po’ alla volta – spiega don Lorenzo Piagneri che per anni si è occupato di questa biblioteca - soprattutto per impulso del vescovo Michelangelo Orlandi la dotazione libraria aumentò anche per le donazioni private di fondi librari dei docenti del Liceo vescovile come Luigi Marsili, fisico di fama nazionale, Giovanni Ceppellini, Giovanni Cristoferi. Successivi altri lasciti di Luigi Bocconi, Luigi Corradini e don Emilio Cavalieri, incrementarono ulteriormente il patrimonio libraio, assieme alle donazioni Bologna e Cortesi-Corradi".

Natalino Benacci