Il futuro dell’ex casa cantoniera di Anas, a Montignoso, dovrebbe passare dai cosiddetti beni comuni, dando quindi una possibilità anche all’esperienza della Casa Rossa Occupata: la giunta del sindaco Lorenzetti, infatti, ha approvato un atto di indirizzo per arrivare all’istituzione di un percorso partecipato per la scrittura di un regolamento sui beni comuni e la costituzione di un Osservatorio per la partecipazione civica e i beni comuni. Un tema che d’altronde era stato messo sul tavolo nelle scorse settimane proprio dagli ‘occupanti’ della Casa Rossa durante l’evento ’Costruiamo futuri possibili-Verso i Beni comuni a Montignoso’ al quale era intervenuto Giuseppe Micciarelli, giurista e ricercatore dell’Università Federico II di Napoli. La delibera della giunta montignosina per ora rappresenta un ‘seme’ a cui dovranno dare corpo, poi, gli uffici ma dà comunque il senso dell’iniziativa perché sin dalle prime righe si "riconosce l’alto valore sociale ed economico generato dalla partecipazione diretta dei cittadini alla rifunzionalizzazione dei beni comuni emergenti (in particolare quelli abbandonati o sottoutilizzati)". E’ chiaro come il caso dello stabile Anas rientri in questa fattispecie.
Inoltre si sostiene "la partecipazione della cittadinanza come fenomeno sociale, culturale e politico mediante processi di partecipazione e co-progettazione" si chiede agli uffici di istituire due percorsi paralleli: "Il primo per la scrittura del regolamento comunale sui beni comuni, il secondo per valorizzare l’autorecupero come strumento strategico, giusto ed economico per la cura degli spazi pubblici e dei beni comuni". Ed ecco ancora che ritorna il tema della Casa Rossa Occupata. L’atto di indirizzo impegna il Comune alla "costituzione di un Osservatorio per la partecipazione civica e i beni comuni" dando mandato agli uffici "di attivare tutti i provvedimenti conseguenti alla costituzione. Questo sarà composto da esperti, studiosi e cittadini attivi".
Le funzioni saranno quelle di "promuovere una mappatura dei beni inutilizzati o sottoutillzzati in proprietà del Comune di Montignoso, o in proprietà privata ma in stato di abbandono, al fine di proporre un loro riutilizzo per scopi culturali e sociali e di sviluppo di agorà di confronto politico aperto ed eterogeneo; contribuire, laddove richiesto, all’elaborazione delle dichiarazioni di uso civico, sostenendo Il processo di autonormazione che le comunità di riferimento dei beni comuni stanno adottando in maniera pubblica e partecipata, svolgendo una funzione di garanzia, ove richiesto dalle suddette dichiarazioni di uso civico; promuovere il confronto pubblico tra le realtà associative, di volontariato e sociali protagoniste della rigenerazione urbana per ascoltarne le esigenze e sviluppare insieme proposte di deliberazione sull’uso sociale e collettivo del patrimonio pubblico". E altri indirizzi simili fino a "inaugurare un esperimento di creatività istituzionale che possa dare forma all’amministrazione diretta e ad altre innovativi esperimenti di autorganizzazione civica e di controllo popolare".