Speranze per Sanac. Un’offerta ‘corposa’ arrivata ai commissari dell’azienda all’asta

Una busta sigillata nelle mani del notaio: ora si aspedtta il Ministero. Le proposte di acquisto ptrebbero essere 2 secondo fonti romane.

Speranze per Sanac. Un’offerta ‘corposa’ arrivata ai commissari dell’azienda all’asta

Speranze per Sanac. Un’offerta ‘corposa’ arrivata ai commissari dell’azienda all’asta

Di certo c’è un’offerta per l’acquisto di Sanac, molto ‘corposa’ e con questo si intende il volume della busta ancora sigillata, così come l’avrebbero definita gli stessi commissari straordinari dell’azienda. Ma da fonti romane emerge anche la possibilità che in realtà siano due le manifestazioni d’interesse arrivate entro le 17 del 10 gennaio allo studio del notaio Mario De Angelis di Roma. Nessuna certezza comunque per ora neppure sui nomi perché per l’apertura delle buste bisogna attendere il via libera del Ministero dello sviluppo economico e questo non dovrebbe avvenire prima di lunedì. Bisogna inoltre rimarcare che in questa fase della procedura dell’asta si parla ancora di manifestazioni di interesse, che al momento non sono vere e proprie offerte d’acquisto, che arriveranno soltanto in un secondo momento e dopo che le eventuali società interessate siano invitate a partecipare anche alla fase di due diligence del gruppo per toccare con mano la realtà dei quattro stabilimenti operativi in Italia, di cui il principale a Massa.

I sindacati a ogni modo per ora non si sbilanciano sulle proposte perché sanno bene che fanno riferimento a un quadro economico e finanziario che ormai è già passato e che potrebbe vedere ulteriori rivoluzioni nel corso delle prossime ore. Tutto è legato a doppio o triplo filo alla vicenda dell’ex Ilva di Taranto e al confronto per ora improduttivo all’interno di Acciaierie d’Italia fra Arcelor Mittal e il Governo, socio attraverso Invitalia. Ieri sera era previsto un importante incontro a Palazzo Chigi con i sindacati Fiom, Fim e Uilm per discutere del futuro del più grande polo siderurgico italiano che, da mesi, necessita di un’iniezione di liquidità e di una prospettiva di sviluppo aziendale che guardi alla riconversione degli stabilimenti.

E il Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, già prima dell’incontro, aveva presentato al Senato un quadro complesso evidenziando la necessità di !un intervento drastico che segni una svolta netta rispetto alle vicende per nulla esaltanti degli ultimi 10 anni. Nulla di quello che era stato programmato e concordato è stato realizzato. Nulla è stato mantenuto in merito agli impegni occupazionali e al rilancio industriale. Intendiamo invertire la rotta cambiando equipaggio".

Francesco Scolaro