"Sos, servono donatori" E Michele corre in aiuto

Il tassista Furia si è presentato 11 volte alla Fratres per donare sangue e plasma. L’allarme dell’associazione di Pontremoli: "Calo di prelievi a causa del virus"

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di Natalino Benacci

C’è sempre più bisogno di sangue, indispensabile per molte terapie non solo nelle urgenze. Ma la pandemia ha inciso negativamente sulle donazioni. Anche i Donatori Fratres di Pontremoli, sempre in prima linea, esigenza hanno risentito dell’effetto Covid 19 e hanno dovuto registrare una diminuzione dei prelievi del 15 per cento rispetto all’anno precedente. A rendere noti i dati dell’attività del gruppo il presidente Armando Mastroviti. "Nel 2020 abbiamo totalizzato 988 donazioni, – spiega – . Il calo è dovuto all’arrivo del virus che ha creato condizioni penalizzanti per mantenere il solito livello di prelievi. Infatti su 730 donatori attivi solo in 500 hanno offerto i prelievi, di cui 300 con una sola donazione. Siamo stati bloccati a primavera, abbiamo ripreso nei mesi estivi e la situazione è riprecipitata con la seconda ondata. Nel periodo in cui è stato aperto il reparto Covid all’ospedale di Pontremoli la produzione è crollata. In 50 hanno sopperito raggiungendo 250 prelievi . Uno da solo ha donato ben 11 volte, tra sangue e plasma. Il superdonatore si chiama Michele Furia fa il tassista ed è un iscritto davvero molto attivo e generoso".

Il centro trasfusionale è sempre stato sicuro, non si è mai registrato un contagio, ma ovviamente l’andamento della pandemia ha inciso. "Abbiamo però conseguito un record all’interno del sodalizio con le donazioni di plasma che sono state 277, con un aumento di 17 prelievi rispetto al 2019 – aggiunge il presidente Mastroviti – . Per la programmazione di quest’anno insisteremo sull’attività di sensibilizzazione nelle scuole, quando si potrà fare, e poi dovremo consegnare le benemerenze che lo scorso anno non è stato possibile. Vogliamo organizzare una cerimonia per ricordare Nino Nadotti, già presidente dal 1991 al 2015 del nostro gruppo, deceduto a marzo a causa del Covid".

Una perdita davvero dolorosa per i donatori pontremolesi quella di Nadotti che è stato uno dei promotori, insieme al papà Mario, della costruzione del nuovo ospedale Sant’Antonio Abate inaugurato il 15 luglio 1978 (primo lotto), quando ancora c’era l’Unità sanitaria locale che comprendeva sei comuni dell’alta Lunigiana. Negli anni successivi la struttura fu completata con altri due lotti fino a contare 180 posti letto.

Nino Nadotti per tutta la vita si occupò dello sviluppo delle attività del gruppo donatori e gli venne consegnata la medaglia d’oro quando superò le 50 donazionei. Si era iscritto ai Fratres nel 1957, solo un anno dopo la prima costituzione del gruppo storico donatori, in seno alla Misericordia. Sotto la sua presidenza gli iscritti dell’associazione passarono da 300 a oltre 700 e lievitarono quindi anche i prelievi di sangue e plasma. E fu lui a insistere per la nascita del Centro trasfusionale nel presidio ospedaliero e a spingere per la costituzione dei gruppi comunali della Lunigiana i cui donatori prima facevano capo al gruppo pontremolese.