Industriali contro il Comune. Altre 20 imprese chiedono la concessione perpetua

La prima udienza è fissata per il 12 novembre in tribunale a Massa. Arrighi: "Non si regolano così i rapporti. Il clima confittuale nuoce a tutti".

Industriali contro il Comune. Altre 20 imprese chiedono la concessione perpetua

Industriali contro il Comune. Altre 20 imprese chiedono la concessione perpetua

Altre venti aziende del marmo hanno fatto ricorso per ottenere il diritto di enfiteusi perpetua, vale a dire una concessione estrattiva perpetua sugli agri marmiferi. Un’altra tegola che si va a sommare a tutte le altre cause di cui ormai si è perso il conto, in una città diventata la città delle cause degli industriali del marmo contro il Comune. L’amministrazione intanto deve fare i conti anche con altre dodici aziende che hanno portato la questione del canone di concessione degli agri marmiferi comunali davanti al Tar.

Tutto ciò all’indomani della puntata di Report che metteva in luce proprio la singolare vicenda carrarese, dove manca una normativa ‘moderna’ sull’escavazione. E questo grazie all’editto di Maria Teresa Cybo-Malaspina, che nel 1751 ha regolamentato l’attività delle cave, istituendo una sorta di ‘concessione perpetua’ per tutti coloro che nel catasto dell’epoca avevano una cava registrata da almeno 20 anni. Un editto teresiano che in realtà dovrebbe valere solo per i beni estimati, ma a cui si stanno rifacendo tutti i legali delle imprese che stanno facendo ricorso. E anche stavolta il Comune di Carrara ha dovuto impugnare i ricorsi e cercare un legale per difendere a suon di 51mila euro a carico dei cittadini, quelle che ormai non sono più un bene collettivo, ma un qualcosa che gli industriali ritengono di propria egemonia: le cave di marmo. "Abbiamo preso atto di questa nuova serie di ricorsi e come amministrazione abbiamo affidato gli incarichi ai nostri legali perché facciano valere le giuste ragioni dell’ente nelle sedi opportune – commenta la sindaca Serena Arrighi – Come ho già avuto modo di dire anche alla luce di quanto emerso nelle ultime settimane in altre sedi, sono convinta che questo non sia il giusto modo di agire da parte degli industriali, perché credo che questo clima conflittuale non faccia bene a nessuno e, in particolar modo, vada a discapito dei concessionari più deboli e meno strutturati. Non è possibile che il rapporto tra amministrazione e mondo del marmo sia sempre regolato nelle aule del tribunale, da parte nostra ho ribadito più volte la nostra assoluta disponibilità al confronto con tutte le parte sociali, industriali compresi, per questo mi auguro che questi ricorsi siano gli ultimi".

La prima udienza dei venti ricorsi è fissata per il 12 novembre in tribunale di Massa. Il Comune dovrà difendersi anche per tutelare la lavorazione in loco di almeno il 50 per cento del materiale, clausola che tutti gli industriali hanno firmato per ottenere il rinnovo delle concessioni, così come stabilito dall’articolo 21 del nuovo regolamento degli agri marmiferi. Per questo il Comune ritiene opportuno agire "al fine di evitare ogni pregiudizio che potrebbe derivare dal suddetto procedimento in contumacia, con particolare riferimento alle ripercussioni negative su tutta la disciplina legata al periodo transitorio previsto dal Regolamento sulle concessioni e dalla legge regionale toscana 35/15, che prevede l’esecuzione di almeno il 50% di filiera corta e la realizzazione di progetti di interesse generale per il territorio, e di evitare eventuali danni patrimoniali ed economici collegati alla mancata esecuzione delle gare previste al termine del periodo transitorio".

Alessandra Poggi