Sorpresa: la provincia non è poi così povera

Daniele Mocchi dell’Isr ha illustrato dati confortanti a una riunione del Rotary club Carrara e Massa davanti ai sindaci Arrighi e Persiani

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La provincia apuana dopo l’emergenza sanitaria si scopre meno povera di quel che pensava. O meglio, il trend negativo che si registra rispetto agli anni precedenti è inferiore in percentuale rispetto alla recessione che stanno vivendo province a noi vicine. Un’economia in cui ci sono tante luci anche se non mancano ombre pesanti che riguardano i settori economici più deboli o ‘familiari’ mentre l’industria regge. E’ quanto emerso dalla relazione che il ricercatore Daniele Mocchi, dell’Istituto studi e ricerche, ha presentato nei giorni scorsi alla riunione del Rotary Carrara e Massa alla presenza dei sindaci di Massa e Carrara, Francesco Persiani e Serena Arrighi. Per Carrara c’era anche l’assessore Moreno Lorenzini. Un dato negativo emerge su tutti. Quello sugli abitanti: la provincia negli ultimi 10 anni ha perso 10mila residenti, da 202mila del 2011 ai 188mila di oggi, con Carrara che guida la classifica, -5mila, seguita da Massa, -4mila. Il Pil ha pero retto meglio rispetto ad altre province, -2% dal 2011 a fronte di perdite del 9% a La Spezia o del 3,5% a Lucca. Cantieristica e nautica da diporto sono cresciute aumentando fatturati e occupati: 1.100 addetti in più (+66%), assorbendo oggi 2.700 addetti, ma anche dei servizi privati e pubblici che hanno aumentato la base occupazionale del +20% (oggi assorbono 18 mila occupati) e del turismo e ristorazione che hanno allargato la occupazione del +3% portandola a quasi 9 mila occupati. La crisi dell’edilizia non è rientrata neppure con il superbonus, comunque in 10 anni si è perso il 20% dell’occupazione, male anche il commercio con -8%, trasporti e spedizioni -7%. Decrescita anche nel lapideo, con un -4% di occupati tra il monte, il piano e le attività commerciali, che oggi con 1.100 imprese assorbe 5.700 addetti diretti, e la metalmeccanica che più o meno ha mantenuto i livelli occupazionali di 10 anni fa con poco più di 500 imprese operative e 4.700 occupati. Riguardo al commercio, tra i molti dati esposti, il ricercatore ha segnalato ine la "desertificazione commerciale". Carrara nell’ultimo decennio ha perso 200 attività di commercio al dettaglio fisso (in sostanza è sparita 1 su 6 presente nel 2011), sostituite solo parzialmente dalle attività di somministrazione (+70 imprese), mentre a Massa le chiusure commerciali hanno riguardato 130 negozi (è sparito 1 negozio su 9 del 2011) e la crescita delle attività di bar e ristorazione sia stata più importante (+100 imprese). In provincia, in 10 anni abbiamo lasciato sul terreno 550 attività commerciali, recuperandone circa 150 con la somministrazione. L’industria e il turismo invece sembrano essere riusciti ad invertire la rotta, dopo l’anno della pandemia, recuperando quasi totalmente i livelli produttivi e di fatturato del 2021. Sul turismo la relazione evidenzia come Massa sia stato il centro turistico che nell’area spezzino-pisana ha retto meglio all’impatto del Covid, registrando una contrazione dei flussi del solo -3% rispetto al 2019, quando realtà limitrofe altrettanto importanti hanno fatto molto peggio (Pisa -40%, Viareggio -14%, La Spezia -22%, Camaiore -24%, Pietrasanta -29%, Forte dei Marmi -27%, Lucca -43%). Infine sono esplosi i traffici del porto di Marina di Carrara e dopo il record del 2021, 3,5 milioni di tonnellate, stando ai primi dati sul 2022 dell’Autorità di Sistema Portuale, stima di superare i 5 milioni.