
Sogegross non vuole fare passi indietro sull’apertura dell’attività di commercio all’ingrosso nel lotto libero ex Dalmine. Lo ha detto a chiare lettere ieri pomeriggio Antonio Mantero, procuratore speciale con responsabilità dello sviluppo della società, ospite in collegamento a distanza della Commissione urbanistica del Comune di Massa. Anzi, il referente di Sogegross ha evidenziato che secondo i legali della società la variante non sarebbe stata neppure necessaria e avrebbe potuto comunque insediare la propria attività sul territorio. Una strada scelta su richiesta degli uffici tecnici e urbanistici del Comune. Ma se la variante non dovesse andare in porto sarebbe comunque intenzionato a portare avanti il percorso con l’obiettivo di realizzarla in ‘seconda battuta’ e a vendere il terreno proprio non ci pensa. Insomma una scommessa che Sogegross vuole vincere. D’altronde Mantero ha ricordato che a partire dall’acquisto dell’area nel 2018, quando ha presentato l’intenzione di insediarsi sul territorio alla precedente amministrazione del sindaco Alessandro Volpi, fino a oggi la società ha già speso 2 milioni di euro.
Come da progetto e variante, inoltre, l’investimento sul territorio sarebbe ben superiore ai 6 milioni di euro e porterebbe 70 posti di lavoro diretti di cui 55 all’interno e 20 sul delivery. La struttura coperta prevista si aggira sui 5mila metri quadrati. Poi c’è da aggiungere il lavoro terziario delle imprese di pulizia, la fornitura dei locali e via dicendo. Su assunzioni e rapporti di lavoro, il referente di Sogegross ha precisato che è abitudine dell’azienda rivolgersi al territorio. Non sono mancati momenti di ‘scontro’ anche con i commissari ma soprattutto Sogegross è rimasta basita dalle intenzioni della Power Marine di avere ora un terreno acquistato da un privato nel 2020 e fino ad allora rimasto vuoto. Insomma, avrebbero potuto muoversi prima. Ma il vero punto della discussione è stata la variante che non sarebbe stata necessaria per Sogegross ma richiesta dagli uffici comunali e fatta proprio per cercare un percorso amministrativo più sereno.
Per Mantero l’attività di Sogegross è produttiva, non commerciale. Questo sarebbe, a detta dell’azienda, l’errore di fondo nella discussione mentre legge regionale e Regolamento urbanistico aprirebbero all’ingrosso ritenuti come settori ‘produttivi’. Insomma Sogegross crede di adempiere già alle prescrizioni del Ru, senza bisogno di una variante che comunque non trasformerebbe l’area in commerciale e non ha alcuna intenzione poi a diventare al dettaglio. Variante sconsigliata dagli avvocati e "se non porterà all’obiettivo in prima istanza ci arriverò in seconda battuta", ha assicurato Mantero. Tempo di insediamento e apertura previsto un anno dal permesso a costruire.
Non tutte le spiegazioni hanno convinto i commissari. Stefano Alberti ha sottolineato la vocazione industriale e artigianale dell’area, la bocciatura del Consorzio Zia mentre Luana Mencarelli ha evidenziato che nel Ru non ci sarebbe alcuna apertura all’ingrosso in zona industriale se non per una porzione limitata a una reale attività manifatturiera, industriale o artigianale presente e così la legge regionale non paragonerebbe in alcun modo l’ingrosso al produttivo ma al commerciale al dettaglio. Un caso normativo e urbanistico che rischia di mettere in crisi l’attività del consiglio perché se non ci fosse necessità di variante "cosa stiamo facendo in questa commissione – ha detto Massimo Evangelisti -? Qui c’è qualcosa che non torna". Dubbi anche per il presidente Luca Guadagnucci e Dina Dell’Ertole ha detto che non parteciperà al consiglio comunale sulla variante.
Francesco Scolaro