Sei del mattino. Si sono mossi con il favore dell’oscurità, in silenzio. Un’operazione, il cui spettro aleggiava da più di un mese e mezzo sull’ex casa cantoniera affacciata sull’Aurelia, proprietà dell’Anas ma occupata da ben 12 anni. Blindati, volonti della polizia, incaricati della società delle strade e autostrade, decine di persone hanno fatto irruzione nella Casa Rossa Occupata per procedere allo sgombero. Al suo interno non c’era ombra degli occupanti e al momento – secondo quanto appreso – non ci sarebbero denunciati.
Il rombo dei mezzi, il via vai di persone da fuori a dentro (e viceversa) dalla casa ha allertato un capannello di circa dieci persone che hanno assistito alla scena dalle grate del cancello. Via quello che rimaneva dentro (l’operazione ha necessitato l’intera giornata di ieri). Traffico in tilt e disagi sull’Aurelia e sulle strade limitrofe si sono registrati per l’intera giornata di ieri. Poi porte e finestre murate con la calcina. Casa Rossa è chiusa.
Si chiude una situazione annosa "di illegalità" esulta la destra. "Si blindano quattro mura – commentano gli attivisti di Casa Rossa Occupata – ma noi abbiamo in mente di farne altri 12 di anni". "Staremo senza casa per poco". Sono combattivi, non demordono. "Sicuramente non si sgombera un’idea, abbiamo in mente di continuare".
"Oggi – scrivono gli attivisti in post diffuso sui social – è stato eseguito lo sgombero della casa rossa occupata, ma la comunità resistente che si è costruita in questi anni non si può sgomberare, è fatta di persone, delle loro idee individuali e collettive e delle lotte che si sono portate avanti per oltre un decennio. Le centina di persone che si sono nuovamente ritrovate a Massa solo qualche giorno fa hanno urlato chiaramente a questo governo che non sono disposte a vedersi sottrarre ulteriori diritti da leggi di stampo fascista che minano ogni libertà di manifestare dissenso e preoccupazione rispetto alla fase che sta attraversando il Paese.
Oggi salutiamo, momentaneamente, uno spazio fisico, un luogo di socialità, un centro di discussione e di lotta, un posto in cui siamo cresciuti, dove siamo stati accolti, dove abbiamo riso, ci siamo divertiti e arrabiati, ma quello che lì dentro, in quelle quattro mura, è stato costruito, non morirà mai. Le idee, il valore dell’azione collettiva che hanno permesso la nascita e la vita di un luogo come la Casa Rossa si riprodurranno, cresceranno e vivranno ovunque.
In questi ultimi intensi mesi la comunità che ci compone e sostiene ha dimostrato di saper trasformare l’energia dei colpi subiti ribaltandola in uno slancio in avanti. È stato fatto con il percorso per la conquista e il riconoscimento dei beni comuni e nelle decine di assemblee che si sono succedute in queste settimane. Sarebbe inutile lamentare la brutalità di queste destre, o dirci sorprese per aver avuto la dimostrazione che la legalità che paventano è fatta solo di manganelli e sgomberi. Piuttosto siamo fermamente convinti che il territorio saprà riconoscere ciò che questo sgombero simboleggia in termini più ampi e agire di conseguenza.
Oggi si apre un nuovo capitolo: dalla Casa Rossa alla resistenza apuana. Chi pensava di fermarci capirà presto di aver commesso un grosso errore". Poi dicono: "Ci dispiace vedere la destra che ha pubblicato in un post la foto della Casa Rossa con scritto ’Belli ciao ciao ciao’, un insulto a migliaia di italiani che hanno gettato il proprio sangue per la libertà".
La sera gli attivisti di Casa Rossa si sono riuniti in assemblea pubblica all’ex cinema Astor a Massa per discutere il futuro del progetto. Oltre un centinaio di persone hanno preso parte in solidarietà dello spazio sgomberato. "La rabbia va trasformata", dice uno al microfono davanti alla platea appollaiata sul ballatoio dell’ex cinema in penombra. Voci di dissenso soprattutto per quella destra, FdI e Lega, che ha rivendicato la paternità dell’azione di ieri. "Quelle quattro mura erano piene di ricordi, passioni, sogni – hanno detto gli attivisti –. Perdere 12 anni di vita è un duro colpo. Ma dobbiamo trasformare questo dolore e rabbia in qualcosa di diverso. Da oggi ha inizio la resistenza apuana".