
La violenza sessuale su minore è un reato grave (foto di repertorio)
Massa, 18 febbraio 2016 - SI ERA confidata con quella zia così «amica», ha voluto affidare a lei il terribile segreto che da tempo tormentava la sua fragile psiche. Poche parole pronunciate nel silenzio della camera dove la donna l’aveva portata per poterle parlare a quattr’occhi: si era accorta che qualcosa non andava nel comportamento della nipote 14enne, era nervosa, la «respingeva» come mai aveva fatto in passato.
Poi è arrivata la confessione di quanto accaduto poche settimane prima col ragazzo che la minorenne aveva iniziato a frequentare. «Mi ha toccato», ha detto alla zia, chiamata ieri a testimoniare nel processo a carico del 23enne accusato di violenza sessuale sulla nipote proprio per quell’episodio, avvenuto in un centro della provincia nel contesto di un rapporto comunque consenziente. A spingere però verso il processo il 23enne (difeso dall’avvocato Francesco Persiani) è stata l’età della ragazzina: 14 anni, troppo pochi. Nel corso della sua deposizione davanti al pubblico ministero Alessandra Conforti e al collegio (presidente Giovanni Sgambati, a latere Elisabetta Congiusta e Sara Farini) la zia ha ricordato di aver notato un netto cambiamento nello stato d’animo della nipote, in particolare subito dopo il periodo delle feste di Natale. Non c’era più traccia della ragazzina sempre contenta di giocare con lei, come succedeva invece ogni volta che si vedevano. «Un giorno – il ricordo della donna – mentre ero a casa sua notavo come volesse attirare la mia attenzione. Così ho deciso di portarla in camera sua per parlarle da sola. E lì invece di giocare con me, come al solito, mi respingeva».
Ancora pochi istanti di silenzio, poi la confessione destinata a sconvolgere la vita della famiglia: la ragazzina si è aperta con la zia, le ha raccontato di «aver paura di sentire ancora male». No, non si trattava di qualcosa nato a scuola, di un atto di bullismo, ma di quanto accaduto durante un incontro col 23enne con cui lei si vedeva da tempo. «Mi ha detto cosa le aveva fatto, lì per lì ho avuto come un mancamento, lo stesso è successo a mia sorella quando le ho riportato il racconto della figlia. Non è stato affatto facile»,
Una ragazzina di soli 14 anni «puerile e facilmente malleabile» come ha ricordato sempre ieri durante il processo la psicologa chiamata tracciare un profilo dell’adolescente. Sono così emersi problemi della sfera cognitiva «magari non rilevabili a un primo, superficiale, incontro ma che hanno comunque portato la ragazzina a problemi di relazione». Processo aggiornato al 6 luglio: sarà il giovane imputato a dare la sua versione dei fatti.