ALFREDO MARCHETTI
Cronaca

Ristoratore accusato di sequestro di persona

La polizia aveva trovato la ragazza chiusa a chiave all’interno del locale

Una volante della polizia (foto di repertorio)
Una volante della polizia (foto di repertorio)

Massa Carrara, 17 settembre 2023 – Emerge un altro reato, il sequestro di persona, a carico del ristoratore spezzino di 35 anni di origini pakistane arrestato nella notte di giovedì dalla squadra mobile con l’accusa di violenza sessuale su una donna di 29 anni residente in provincia di Massa Carrara, che sarebbe avvenuta all’interno del suo negozio.

Ieri mattina, difeso dall’avvocato di fiducia Davide Bonanni, è stato ascoltato in carcere dal gip Mario De Bellis, che ha ravvisato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e ha convalidato l’arresto.

Non per il reato di violenza sessuale, bensì per quello di sequestro di persona. Essendo incensurato, il giudice ha concesso all’uomo gli arresti domiciliari in casa del fratello. E’ emerso che quella notte il ristoratore aveva chiuso la porta e abbassato la saracinesca del negozio, impedendo alla donna di uscire e privandola quindi della sua libertà. Quando i poliziotti della squadra mobile erano arrivati sul posto, su richiesta della madre della ragazza dopo la richiesta di aiuto della figlia tramite Whatsap, avevano trovato la saracinesca abbassata e la porta chiusa a chiave. Sentito il rumore, lo stesso ristoratore si era premurato di aprire la porta, mostrandosi accaldato e sudato, riferendo di essere in compagnia di un’amica. I poliziotti avevano trovato la ragazza seduta su un divanetto, con i pantaloni un po’ abbassati. Sul tavolo una bottiglia di birra e un bicchiere.

La donna aveva detto nell’immediatezza che era stata lasciata chiusa nel locale dall’uomo. E riferiva del rapporto sessuale avuto contro la sua volontà.

Dal canto suo Afzal ha risposto alle domande del gip affermando che la ragazza era consenziente per il rapporto sessuale e non ci sarebbe stato alcun sequestro di persona, perché la porta del negozio non si chiude a chiave. Ha anche sostenuto che la 29enne avrebbe preteso da lui la somma di 4mila euro.

I poliziotti avevano accompagnato la ragazza al pronto soccorso del Sant’Andrea, dove veniva giudicata guaribile in sette giorni per ’riferita violenza sessuale’. L’avvocato Bonanni ha rimarcato come dal referto non ci fossero segni di violenza sul corpo della ragazza. E ha aggiunto che se avesse voluto veramente sequestrarla, non le avrebbe lasciato il cellulare. Anzi, glielo ha fatto perfino ricaricare.

Lei aveva ordinato una birra e una piadina ed era stata invitata dal proprietario a consumare la cena nella stanzetta sul retro dove c’erano tavolino e divanetti. Il giudice ha concluso che l’arresto è stato legittimamente eseguito per il sequestro di persona stante la flagranza, lo stesso invece non può essere sostenuto per la violenza sessuale.

Massimo Benedetti