Primo Maggio al Noa, un mazzo di garofani rossi per ringraziare chi combatte il virus

L'iniziativa del Coordinamento dei lavoratori del settore pubblico e privato. "La nostra 'fase 2': lavoro, dignità e sicurezza"

La consegna dei garofani a una rappresentante del Pronto Soccorso

La consegna dei garofani a una rappresentante del Pronto Soccorso

Massa, 1 maggio 2020 - Un mazzo di garofani rossi, emblema storico della festa dei lavoratori, è stato consegnato questa mattina a tutto il personale dell’Ospedale Apuane di Massa. Un gesto simbolico, accolto col sorriso da una rappresentante dei lavoratori del Pronto Soccorso, per ringraziare tutti gli operatori della sanità territoriale che in queste lunghissime settimane sono stati impegnati nella difficile lotta contro il coronavirus. A organizzarla il ‘Coordinamento dei lavoratori del settore pubblico e privato’ che hanno voluto così lanciare anche un messaggio ben preciso, riassunto poi su uno striscione: “La nostra ‘fase 2’: lavoro, dignità e sicurezza per i lavoratori”. Concetto poi espresso meglio in un lungo documento programmatico. L’obiettivo era festeggiare, seppur in una forma non usuale, la ricorrenza del Primo Maggio e “per rivendicare diritti e tutele che ogni giorno ci vengono usurpati per effetto di riforme legislative, tagli economici nel settore pubblico e mancati rinnovi contrattuali e rinnovi al ribasso che si sono susseguiti negli anni scorsi in ogni settore dalla Sanità alla Scuola, dal mondo del lavoro alle pensioni”.

Nel mirino anche l’attuale governo: “Le pressioni di Confindustria su Governo e Prefetti per accelerare le riaperture anche delle attività non essenziali, senza un reale controllo sulle modalità di sicurezza dei lavoratori dimostrano la sudditanza di chi oggi ci governa e amministra. Le denunce dei sindacati stanno lì a testimoniarlo”. Pochi controlli sulle riaperture mentre, dall’altra parte, gli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione o i bonus per i 600 euro per gli autonomi “non compensano assolutamente le difficoltà di centinaia di migliaia di famiglie che si trovano ad affrontare le limitazioni delle libertà individuali e i disagi economici. In questa fase c’è qualcuno che non si arrende e quotidianamente è sul posto di lavoro per la nostra salute. Per questo oggi, Primo Maggio, abbiamo voluto rendere omaggio a chi invece, non da eroe, ma da lavoratore, sta continuando a mettere in gioco la propria salute nei pronto soccorso, nelle corsie degli ospedali, nelle Rsa per tutti noi. Lo fanno nonostante i 37 miliardi di tagli alla sanità, nonostante la progressiva privatizzazione della Sanità che ha tolto ulteriori risorse al nostro sistema sanitario nazionale, anche in termini occupazionali”.

Francesco Scolaro