REDAZIONE MASSA CARRARA

Power Marine tende la mano: "Troviamo insieme le alternative per rispondere a tutte le esigenze"

L’azienda nautica aveva un progetto su quell’area e si era scontrata con la giunta ricorrendo al Tar . Ma ora chiede al sindaco di aprire un dialogo con tutti gli attori in campo per una soluzione.

"L’amministrazione comunale si sieda al tavolo con le altre istituzioni, con i rappresentanti degli imprenditori, ascolti il territorio che oggi sta dicendo in maniera compatta che lì, nell’area ex Dalmine in Zona industriale, non ci può stare un’attività di commercio all’ingrosso. Con l’intelligenza, il dialogo e il confronto si possono trovare soluzioni alternative che sono in grado di accontentare tutti, di dare risposte a tutte le esigenze". Oscar Corbelli è il legale rappresentante di Power Marine, azienda della nautica che opera sul territorio apuano con importanti numeri in termini di occupazione e fatturato: è stato uno dei primi a metterci la faccia sulla variante Sogegross durante la precedente amministrazione, mai arrivata al voto in consiglio. E’ andato anche allo scontro con il Comune e l’amministrazione, attraverso un ricorso poi respinto dal Tar. Su quell’area aveva un progetto alternativo per ampliare la propria attività con un investimento di 8,3 milioni di euro per circa 130 assunzioni.

Di fronte al nuovo tentativo dell’amministrazione di portare la variante in adozione in consiglio nella seduta di lunedì stavolta Corbelli tenta la strada del dialogo. "Chiediamo al sindaco e all’amministrazione di fare le dovute valutazioni su alcuni aspetti. C’è il nostro progetto ma ci sono anche altre aziende industriali e del manifatturiero interessate a quell’area per la posizione strategica e l’importante logistica di supporto. Aziende che portano lavoro ‘nuovo’ senza andare a togliere niente a nessuno. Un commercio all’ingrosso alimentare per quanta occupazione possa creare è inevitabile che vada a far chiudere altre attività quindi il saldo non è tutto positivo. Inoltre l’indotto creato sul territorio è ben diverso fra un capannone commerciale e uno produttivo. Noi ci siamo e il progetto lo vogliamo realizzare e vogliamo restare sul territorio, dopo aver resistito anche alla corte della zona di Navicelli. Ma non ci siamo solo noi. Ci sono grandi aziende della nautica che cercano sbocchi sul Tirreno e il Mediterraneo che oggi non hanno. Penso a Ferretti, per esempio, che ha una buona produzione sull’Adriatico ma cerca su questa costa nuovi spazi. Qui sono i più importanti marchi del settore al mondo".

Una variante esterna alla famosa fascia di bordo per il commercio individuata dal Regolamento urbanistico e inserita nel cuore della zona industriale rappresenta inoltre secondo Corbelli "un precedente importante che può portare a uno svuotamento parziale dell’area. Ci sono altri imprenditori proprietari di terreni o fabbricati che proporranno sicuramente altre varianti simili a questa una volta approvata".

C’è poi lo scontro politico, istituzionale e sindacale che sta dietro questa scelta: "E’ una scelta che crea conflitti e tensioni non solo fra la politica ma soprattutto fra le istituzioni. Allora sarebbe compito del sindaco prendersi del tempo e confrontarsi con tutti gli attori, aprire un dialogo con il territorio per capire se ci sono soluzioni che possono accontentare tutti, compresa Sogegross che ha tutto il diritto di poter realizzare il suo investimento e di svilupparsi sul territorio. Ma bisogna mantenere e preservare la zona industriale che ha caratteristiche uniche, dalla logistica alle stesse condizioni climatiche che rispetto ad altre zone abbattono i costi di gestione".

Francesco Scolaro