Percepivano soldi senza diritto Nei guai 29 ’furbetti’ del Reddito

Oltre 300mila euro incassati indebitamente: c’è anche un imprenditore risultato evasore totale. L’indagine della Guardia di Finanza andata avanti per cinque mesi: scandagliati un centinaio di casi

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C’era l’imprenditore evasore totale, madre e figlio che abitano nella stessa casa ed extracomunitari sul suolo italiano da meno di dieci anni. Tutti accomunati da un solo requisito: l’aver indebitamente percepito il reddito di cittadinanza. Circa 300mila euro sottratti allo stato senza averne diritto. Sono 29 persone le persone denunciate in provincia, da Massa a Montignoso, passando per Carrara e la Lunigiana. La Guardia di finanza, anche in seguito a segnalazioni pervenute dagli organi centrali, ha effettuato numerosi controlli in materia di Reddito di cittadinanza ed ha scovato una serie di ‘furbetti’, che facevano figurare una situazione reddituale di bisogno, risultata poi non veritiera. Le autocertificazioni, fanno sapere gli uomini delle Fiamme gialle guidati dal comandante provinciale colonnello Gabriele Di Guglielmo, erano formalmente compilate in modo corretto, ma sulla base di informazioni false. Diversi sono stati i metodi adottati per percepire la misura di sostegno. Nello specifico in sedici casi è stata omessa l’indicazione di alcuni redditi percepiti che, se considerati, avrebbero comportato il superamento delle soglie massime consentite per l’accesso al beneficio.

Uno dei denunciati ha dichiarato di non aver percepito redditi, quando in realtà era titolare di una ditta individuale che ometteva sistematicamente di presentare la dichiarazione. A seguito di una verifica fiscale, è emerso che questa persona aveva nascosto al fisco redditi imponibili di oltre 200 mila euro. Due richiedenti stranieri hanno, invece, indicato nell’apposita autocertificazione di risiedere in Italia da almeno 10 anni, requisito minimo necessario per ottenere il contributo, ma i successivi accertamenti hanno dimostrato una loro permanenza nel territorio nazionale per un periodo inferiore.

Per altri percettori sono state rilevate delle incongruenze nelle autodichiarazioni relative alla composizione del nucleo familiare, come nel caso di madre e figlio conviventi che, omettendo di indicare tutti i componenti del nucleo familiare, erano riusciti ad ottenere due distinti contributi, in violazione del requisito dell’unicità del beneficio per ogni famiglia. Le persone sono state segnalati alla Procura della Repubblica di Massa per "valutare la sussistenza dei presupposti per l’esercizio dell’azione penale", nonché all’Inps per far partire l’immediata sospensione dell’erogazione del contributo e per il recupero degli importi indebitamente percepiti. L’operazione portata avanti con successo dalla guardia di finanza era andata avanti per circa 5 mesi, con un centinaio di casi finiti sotto la lente.