
Chiarezza e programmazione. Sono queste le due cose che Italia Nostra chiede per il futuro dei musei cittadini. Nel caso di specie l’associazione commenta non senza preoccupazione la presentazione del nuovo museo della ‘Città del marmo’ che sorgerà a palazzo Pisani. Il progetto architettonico realizzato dallo studio di Guido Canali ha già ricevuto il via libera della Sovrintendenza e pare bene instradato, "nel giro di due o tre anni", a concretizzarsi. Grazie a fondi europei, statali, comunali e, non ultimo, un importante contributo privato si è arrivati ad avere un budget a disposizione di almeno 4 milioni di euro per il recupero del palazzo del centro storico e l’allestimento del nuovo spazio espositivo che, secondo l’assessore alla Cultura Federica Forti, quando sarà pronto "andrà a valorizzare gli altri siti culturali, in particolare il Museo civico del marmo e la cava romana".
Rassicurazioni che però non convincono Italia nostra che ora si dice preoccupata non solo per la fattibilità del nuovo progetto, ma soprattutto per la sorte del museo di viale XX Settembre. "Palazzo Pisani si trasforma in un museo: molto bene. Tutto ciò che è recupero e valorizzazione ci rende felici – dicono da Italia Nostra -. Tra gli aspetti qualificanti del progetto di Guido Canali d’altronde c’è proprio, il recupero, improntato al principio della conservazione e senza stravolgere la struttura. Quello che però ci domandiamo è se la modifica della destinazione d’uso garantisca anche un’idoneità ad ospitare un museo con le caratteristiche e le specificità del Museo del Marmo? Un Museo concepito peculiarmente come struttura progressiva che fino al 2009 ha visto crescere la propria collezione archeologica d’epoca romana fatta di capitelli, di blocchi riquadrati e iscritti, blocchi riquadrati, tagliate. Non è immediatamente comprensibile come un tale materiale possa trovare collocazione adeguata in un palazzo il cui restauro si connota per la sua natura conservativa".
Proprio il futuro allestimento di palazzo Pisani, dunque, desterebbe più di un dubbio. "Decidere di portare qualcosa in via Loris Giorgi e qualcosa di lasciarlo sul viale XX Settembre a distanza di tre chilometri ci appare illogico, privo di senso culturale e fruitivo – dicono tranchant da Italia nostra – . È vero quanto l’assessore lamenta che siano state eliminate delle sezioni, ma se tali materiali giacciono abbandonati in un magazzino comunale, di qualcuno sarà la responsabilità; non certo del Museo del marmo. L’assessore non sembra ricordare che tali sezioni furono ‘distrutte’ per fare spazio a mostre di arte contemporanea, alcune delle quali organizzate proprio da lei quando operava come libera professionista. In conclusione noi non abbiamo capito cosa ne sarà del Museo del Marmo: cosa ospiterà, di cosa sarà privato, che cosa vi sarà messo e in che modo opererà in sinergia con il nuovo palazzo Pisani. Vorremmo chiarezza. Dopo cinque anni di governo, non si intravvede l’ombra di una visione organica e coerente in tema di politiche culturali e di organizzazione del sistema museale. L’incolpevole Museo del Marmo è stato depotenziato e dimenticato nel tempo, per essere alla fine decapitato. Non ritenuto degno neppure di un direttore di cui solo ora se ne parla".