Ormeggiatori in prima linea per la sicurezza dello scalo

La cooperativa opera da 56 anni sulle banchine e punta a nuove assunzioni

Da 56 anni operano su moli e banchine. Il Gruppo ormeggiatori e barcaioli del porto di Marina di Carrara da oltre mezzo secolo opera per la sicurezza. Sono una Cooperativa con diritto speciale, vincolata dal diritto marittimo e assegnata dal comandante del porto con potere straordinario. Il loro futuro è legato all’andamento dei traffici e con i 5 milioni e mezzo di merci movimentate hanno avuto anch’essi un aumento delle maestranze. Nel 2015 gli ormeggiatori erano appena cinque, ma adesso sono otto e si occupanodi approdi e ormeggi. Con il nuovo piano regolatore e il decollo del nuovo porto puntano a un nuovo vertiginoso aumento. "Superata la crisi del 2014 – spiega il presidente Cristiano Masetti – quando eravamo appena 5, adesso c’è una rinascita dello scalo, un periodo dai risultati importanti come numeri di traffici e tonnellaggio di materiale movimentato che raggiunge quasi i sei milioni di tonnellate. L’occupazione nel porto sta aumentando e anche noi contiamo di assumere almeno una persona nell’immediato. Tuttavia va sottolineata la mancanza di spazi che ci stritola nelle operazioni e ci limita nella crescita. Il piano regolatore adottato il 2 agosto del 2023 – prosegue Masetti – può rappresentare tre fattori importanti: occupazione, economia e solidarietà. Quando si parla di sicurezza si parla dell’approdo della nave e della sosta dove l’importanza di una diga darebbe miglior ridosso all’ingresso delle navi e maggior riparo dalla risacca e dal vento. Con il progetto di ampliamento l’occupazione raggiungerebbe livelli record in tutti i settori. Penso a The Italian sea group il cantiere del lusso di Giovanni Costantino che se adesso conta 400 dipendenti potrebbe aumentare ancora la produzione usufruendo dei nuovi spazi della banchina Chiesa che prevede un allungamento. Con il nuovo piano tutte le aziende della nautica beneficerebbero del nuovo travel lift".

L’infrastruttura consentirebbe il varo di tutte le navi e gli yacht in vetroresina costruiti nella zona industriale da blasonati e storici marchi che adesso sostengono costi altissimi per poter terminare allestimenti che qui non possono avveniree che costringono migrazioni via mare a Viareggio. Quindi alaggi e vari con minori costi e nuovi spazi per l’allestimento e il collaudo finale.Infine secondo Masetti "ci sarebbero maggiori investimenti e l’arrivo di nuovi terminalisti che porterebbero maggior indotto all’intera comunità di Marina. Con l’incremento delle crociere, se Marina diventerà un hub crocieristico, significa che a ogni arrivo di nave verrebbero presi d’assalto bed and breakfast e strutture ricettive per il cambio di equipaggi e di passeggeri a bordo. Come avviene in tutti i porti che hanno traffici turistici.

Infine il porto costituisce un beneficio anche dal punto di vista sociale, basti pensare al medico e alla Pubblica assistenza a disposizione dei lavoratori, ma anche dei turisti che recentemente è stato istituito grazie a un accordo . Un’opportunità che questo territorio non può perdere>. In banchina gravita anche il gruppo Neri con i rimorchiatori che occupa sei persone con due mezzi per il traino di grosse navi.