Occupazione, prima impennata dopo la crisi. Ottimismo anche sul lavoro femminile

Salgono tutti gli indicatori del rapporto dell’Istat per quanto riguarda l’impiego di uomini, donne e giovani rispetto al 2022

Disoccupazione in calo e occupazione in salita nel territorio apuano. Questo almeno stando ai dati ufficiali dell’Istat e su cui però la Cisl ritiene debbano essere fatte ulteriori valutazioni prima di poter cantare vittoria. Stando ai dati Istat raccolti, a Massa-Carrara la percentuale di disoccupazione totale è scesa dal 9 per cento del 2022 al 6,1 del 2023, con un leggero calo tra i disoccupati anche nella fascia giovanile fino ai 24 anni, passata dal 12 per cento del 2022 all’11,7 del 2023. Al contrario sono in salita di diversi punti percentuali gli indicatori occupazionali, con un aumento da 52 al 56 per cento per i maschi e da 36,3 a 41 per le femmine. Numeri che indicano un costante miglioramento degli indicatori statistici e una progressiva discesa verso il basso del tasso di disoccupazione. Bene anche la vicina La Spezia e i dati regionali.

Su questi numeri arriva una riflessione del segretario provinciale della Cisl, Andrea Figaia, che ritiene ‘strani’ i dati relativi all’occupazione giovanile. "Massa-Carrara addirittura sugli scudi – commenta Figaia – in presenza di dati negativi non solo nei territori confinanti, ma anche a livello regionale. Assai buona nel nostro territorio anche l’indagine riferita alle donne, con un miglioramento sensibile, persino migliore del benchmark regionale. Insomma sembra che la disoccupazione stia scendendo e l’occupazione salendo. Premesso che il nuovo metodo di indagine è abbastanza aleatorio e per essere ottimisti, Massa-Carrara è piccolina, divisa in zone diverse anche economicamente tra loro e non contigue. Ma occorre sempre verificare la quantità del lavoro presente e ad esempio il gran lavoro dell’indotto Baker Hughes ed ex Nca non sempre è rilevabile perché gli operai provengono da fuori e là tornano; il marmo è occupazionalmente fermo, inoltre non sembra cambiato lo scenario estivo con un gran numero di occupati a rinforzare la ‘cassa integrazione al nero’. In più, nel pubblico, nella scuola, nel mondo delle municipalizzate gli occupati locali e residenti non sono certo in aumento. La domanda sorge quindi spontanea: davvero le cose da noi vanno così bene?".

Il segretario prosegue quindi nella sua analisi dando un’interpretazione in cui, a suo giudizio, bisogna tenere conto di dati che risentono del periodo post Covid e che quindi andranno visti raffrontandoli con il 2024. "Probabilmente la risposta sta nel mezzo – sostiene Figaia – ma è anche vero che si registra una innegabile effervescenza occupazionale non sempre riscontrabile dalle nostre categorie sindacali. Probabilmente il mondo del terziario e servizi è talmente in espansione da monopolizzare le statistiche riferite a una realtà comunque piccola, con dati Sil della Regione che nel 2023 parlano di un settore con aumenti di quasi il 40 per cento. Mentre il lavoro di qualità manca, le aziende chiedono personale formato e gli Its faticano ad ottenere iscrizioni sufficienti; lavoro di bassa qualità, anche stipendiale, è presente e disponibile. Avremo modo di verificare le indagini Sil aggiornate, per vedere cosa succede settore per settore nel primo semestre 2024".