
Lino Banfi nel film 'L’infermiera nella corsia dei militari', con Nadia Cassini
Carrara, 14 ottobre 2015 - NON SONO bastate le denunce, gli articoli sul giornale, il gossip in corsia e lo tsunami che si è scatentato nei vari reparti ospedalieri. Il medico a luci rosse continua imperterrito la sua frenetica attività, seminando scompiglio e notevole imbarazzo fra colleghi e personale. Una sorta di ormone impazzito per lo specialista che ha moglie e figli e che continua a far parlare di sé scatenando liti di gelosia che sfociano in vere e proprie aggressioni delle amanti davanti ai malati e ai colleghi.
Tanto che della questione si è interessata persino la Guardia di finanza a causa delle denunce arrivate dall’ospedale per i ritrovamenti inequivocabili nell’ambulatorio in cui il medico è solito fare il turno di notte. Turno di notte che spesso si traduce in boccaccesche serate che poco hanno a che vedere con la professione sanitaria e molto assomigliano al set di un video hard. In sostanza pazienti e personale infermieristico la mattina successiva sono costretti a svolgere visite con cestini pieni dei resti delle notti brave del noto medico che a quanto pare sembra che non riesca a tenere a freno l’ormone e la passione. Ormai è una prassi: le amanti, intercettate durante la prima visita, dopo essere state accuratamente «visitate», vengono abbandonate in malo modo a tal punto da spingerle a chiedere spiegazioni all’interessato direttamente in corsia. Sempre lo stesso il modus operandi: basta che si trovi solo con una paziente e la visita si trasforma presto in un incontro ravvicinato dove l’ambulatorio diventa un set hot che evidentemente trova un seguito nelle sedute successive. Tuttavia a quanto pare il medico non è dei più tenaci e si dimentica presto dei cuori che lascia infranti.
Così le poverette abbandonate si rifanno consolandosi con solenni figuracce davanti a colleghi e personale dell’ospedale.
L’ultima è entrata come una furia nell’ambulatorio e ha inseguito per tutto il monoblocco il medico farfallone. Questi è scappato dicendo che non conosceva la signora e dandole del lei. «Come, adesso mi dai del lei – ha urlato la donna sedotta e abbandonata –, ma sul lettino ti veniva meglio il tu». Una storia boccaccesca a cui nessuno riesce a mettere la parola fine e che certo non tiene alto il decoro del nostro ospedale, fatto di eccellenze e grandi professionalità. Adesso è partita l’inchiesta della Guardia di finanza intervenuta anche per motivi di igiene e di decoro dopo le proteste dei colleghi costretti a visitare in ambulatori che di notte venivano letteralmente trasformati in alcove a luci rosse. Chi sa che di fronte alle forze dell’ordine non si plachino i bollenti spiriti.