
Riordinano, puliscono, partecipano alla cura riponendo ogni cosa al suo posto, aiutano nella cura dei bambini; con il Covid hanno gestito i rapporti quotidiani con le famiglie, il buongiorno e l’arrivederci nella gestione del triage. Sono le ausiliarie degli asili nido i cui posti di lavoro sono sempre più a rischio. Interviene in loro difesa la Cgil Funzion e pubblica che in una nota chiede
"Le ausiliarie – scrive Alessio Menconi – sono una calda figura nel momento dell’accoglienza: tra le loro braccia passa inesorabilmente la fiducia. La mansione comporta alto sforzo fisico e la sua presenza è fondamentale in un nido. Ciò nonostante in città esse subiscono ogni giorno l’incubo della parola esubero". La Funzione pubblica della Cgil ricorda che "nel 2018 con il cambio appalto, a causa di un bando scritto senza tenere in considerazione il numero reale del personale ausiliario impiegato nei nidi hanno subito un significativo taglio delle ore contrattuali. Questo si traduce in minore orario giornaliero, minore retribuzione, minore riconoscimento del servizio. Nonostante la Regione Toscana specifichi e tuteli in un apposito regolamento l’importanze delle ausiliarie, esse non hanno diritto alla formazione da contratto d’assunzione e quando si verificano riunioni di gestione non hanno diritto ad una partecipazione retribuita. Hanno sempre dovuto ricavarsi le ore dedicate alle pulizie dei locali per le feste con le famiglie (vedi Natale e fine anno) dalle solite ore contrattuali. Proprio come fossero delle maghe. Queste lavoratrici sono una categoria sempre lasciata da parte, sono un ingranaggio fondamentale nei servizi educativi ma anche quelle più sfruttate". In vista di una nuova gara per i nidi del Comune e della richiesta a livello locale ma anche nazionale dell’internalizzazione dei servizi educativi, la Fp Cgil, da tempo in attesa di udienza, rimanda al dirigente di settore Guirardo Vitale l’attenzione "verso una corretta e reale conoscenza del personale ausiliario impiegato nei nidi, così da evitare il ripetersi di una situazione caotica come quella del 2018 in cui esse sono risultate vittime di una malgestione burocratica. Rilanciamo inoltre la raccolta firme “Beni in comune: stop alle esternalizzazioni dei servizi educativi“".