STEFANO GUIDONI
Cronaca

Negativi al tampone Ma per l’Asl non basta

La famiglia Panconi, dopo un mese di isolamento, ancora non ha ottenuto il certificato di fine contagio

di Stefano Guidoni

Un’odissea quella sta vivendo la famiglia Panconi, che tra paure e procedure poco chiare, non riesce a lasciarsi alle spalle il Covid-19. "Il tampone rapido a cui ci siamo sottoposti dopo un mese di isolamento è risultato negativo, ma per la Asl non è valido". A raccontare ciò che sta accadendo a lui e alla moglie Sabrina Ariani, genitori di due figli minorenni, è Francesco Panconi, imprenditore. "Il 26 ottobre, dal momento che mio figlio aveva la febbre e sapendo che una sua compagna di liceo era positiva – racconta Panconi – ci siamo messi in quarantena volontaria". Due giorni dopo il giovane è risultato positivo al tampone e il 30 ottobre anche i genitori hanno accusato i primi sintomi, confermati dalla positività al test. Una settimana fa la notizia tanto attesa, i tamponi di padre, madre e figlio, sono risultati negativi. Tuttavia non avendo ricevuto la comunicazione d’inizio isolamento né i certificati di fine, ovvero di negatività al tampone, da produrre sia al lavoro che a scuola, si sono rivolti al loro legale. "Il mio assistito si trova in isolamento da un mese – ha scritto il legale alla Asl – e sebbene negativo al tampone è impossibilitato a recarsi al lavoro con evidente danno alla famiglia, in quanto unica fonte di sostentamento". Neanche il tempo di realizzare la fine di un incubo, con la figlia di sette anni asmatica in completo isolamento, è sopraggiunta la chiamata dell’Asl. "Il risultato negativo del test antigenico rapido non basta, dovete sottoporvi a quello molecolare" è quanto sarebbe stato detto a Panconi. "Facciamo fatica a capire una situazione che riguarda anche altre persone e che oltre a preoccupare – si lamentano padre e madre – non è chiara ed è causa di perdite di tempo. Disagi che andrebbero evitati con informazioni più precise e comunicazioni più chiare".