
Il Coordinamento Mare libero non molla. "Il tema è sempre quello – afferma – ed è auspicabile la messa a bando delle concessioni balneari e dei canoni di concessione irrisori. Alle riflessioni che ha esposto nella trasmissione ’X contro di Noi Tv’, Andrea de Plano, membro del direttivo del coordinamento nazionale Mare Libero, fa specie ascoltare le repliche del senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni, e del consulente Sib Confcommercio, Pietro Bellandi", commenta il comitato Mare libero.
"I due – replica il comitato – sostengono che "bisogna considerare molti fattori, quando si parla di canone demaniale. Non ci si può esimere dalla verifica dei costi che ammontano a cifre elevate". E aggiungono che "a causa della difficoltà di reperire credito presso i canali ordinari, ogni azienda che abbia voluto fare degli investimenti, si è vista costretta ad ipotecare casa propria. Tutte queste famiglie, che danno lavoro a milioni di persone e che gestiscono da decenni il sistema-mare italiano, unico nel mondo, avrebbero diritto a riconoscimenti per il sol fatto di essere riusciti, laddove prima vi era spiaggia, a creare vere e proprie imprese piuttosto che auspicare la loro fine. E’ incomprensibile come un’azienda possa esser discriminata per il sol fatto di esser sita al di sotto dei viali a mare". Termina il senatore Mallegni con una promessa: "Noi lotteremo in difesa di tutte queste famiglie e affinché venga abrogato l’articolo 49 del codice della navigazione (che prevede il passaggio di proprietà allo Stato di tutte le opere insistenti nel perimetro della concessione e alla cessazione della stessa, che non siano facilmente amovibili, ndr)".
"Noi del Coordinamento Mare libero, vorremmo spiegare al senatore Mallegni e a tutti coloro che nutrono la convinzione che sulle spiagge e sul mare si possa trarre per anni e anni profitto, che quando parla di aziende, imprese, valore di mercato, investimenti, infiniti costi, rischi, ipoteche e quant’altro, sta parlando sempre di elementi di diritto privato che nulla hanno a che fare con lo strumento concessorio. Il sistema-mare italiano, inoltre, è unico nel mondo per un semplice motivo: perché è anomalo, in quanto, non solo contrario a qualsiasi principio sui beni comuni, ma anche e soprattutto alla logica che vorrebbe sfruttarli all’infinito per l’interesse dei soliti noti. Quanto ai nostri striscioni sotto il Consiglio di Stato – conclude il comitato - vorremmo tranquillizzare il senatore: non stavano lì per screditare le istituzioni ma per affermare che bisogna tornare a vedere le cose per quel che sono: la spiaggia un bene demaniale e la concessione un istituto giuridico a tutela e a garanzia di quel bene per il vantaggio di tutta la collettività".
A. M. Fru.