ANGELA MARIA FRUZZETTI
Cronaca

Malmenato dai bulli La madre lancia un appello

La donna è stata avvertita dagli amici del ragazzo che il figlio era stato picchiato "Chiedo alle altre mamme di unirsi a me per combattere questo fenomeno"

di Angela Maria Fruzzetti

Accerchiato e picchiato. Nuovo episodio di violenza in città. Una mamma, disperata, fa appello alle istituzioni e non solo, chiede aiuto anche alle mamme affinchè siano più presenti e controllino di più i ragazzi. Minorenne, il ragazzo era uscito per trascorrere una pacifica serata di festa, in compagnia. "Mi sono sentita morire quando qualcuno del gruppo mi ha telefonato dicendo che Marco (nome di fantasia) era stato picchiato, aggiungendo che aveva sangue sul volto – raccontala donna - . In un baleno ero fuori, a cercarlo. Al telefono non rispondeva e i pensieri erano indescrivibili. Ho girato quasi un’ora notando che c’era una sola pattuglia in piazza Mercurio mentre il centro città pullulava di giovani, alcuni ubriachi, altri a fumare tranquillamente come fossero semplici sigarette. Nella disperazione, ho intravisto alcuni amici di mio figlio, e li ho pregati di aiutarmi a cercarlo. Dopo poco, ho visto arrivare Marco e mi creda, ho tirato un sospiro e mi sono detta "è vivo". Non possiamo continuare così, in questo clima di violenza, paura e sgomento che si è creato a Massa. Mio figlio ha rinunciato a frequentare certi parchi pubblici perchè ci sono bulli che girano con i coltelli in tasca. Io stessa sono entrata in due bar implorando i titolari a non dare da bere ai ragazzi minorenni, a pretendere un documento. Non possiamo rovinare i nostri ragazzi così". Rovinarsi per cose futili, solo per dimostrare di essere più forte. "Marco, quella sera, era stato accusato di aver raccontato alcune cose di un amico, ma non era vero. Si è trovato solo, accerchiato dal gruppo. Quello che litigava con lui ha chiamato rinforzi, ordinando di spaccargli il naso con una testata. Marco ha subito ed aveva il naso pieno di sangue. Non mi ha chiamato, non voleva darmi preoccupazioni. Io scenderei in piazza con un megafono, girerei tutta la città se servisse a cambiare qualcosa, ma da sola non posso. Care mamme, non abbiate paura, uniamoci, facciamo qualcosa prima che succeda l’irreparabile. Non voglio piangere mio figlio e nemmeno i vostri figli. Dobbiamo fare qualcosa e chiedo aiuto in primis alle istituzioni: maggior presenza delle forze dell’ordine, soprattutto in borghese, per vedere cosa succede nella nostra città, tra i giovani che girano armati di coltelli. Non possiamo seguire i nostri ragazzi passo passo, non è possibile, ma non è giusto vivere in questo clima, nello spavento continuo e nell’ansia di quello che può accadere quando tuo figlio esce in una città sempre più violenta".