
La prima campagna di prevenzione contro le malattie legate ala salute riproduttiva e sessuale maschile è stata un successo e la speranza degli organizzatori è che possa diventare in futuro un elemento strutturale all’interno delle azioni portate avanti dall’azienda sanitaria e dalle istituzioni competenti. E’ quasi un appello quello lanciato durante la presentazione del report dell’iniziativa ‘Nastro azzurro giovani’ che si è svolta martedì sera. Una campagna promossa dai tre club Rotary della provincia apuana, Rotary Carrara e Massa, Club Marina di Massa e Club Pontremoli-Lunigiana, in collaborazione con la Lilt, il patrocinio della Provincia, dell’Usl Toscana nord ovest e dell’Ufficio scolastico provinciale. Il report sull’esito dell’iniziativa è stato presentato dal dottor Fabrizio D’Alessandro, presidente del Rotary Club Carrara e Massa, che per primo ha proposto il servizio. "In Italia si nota da anni un peggioramento del potenziale di fertilità delle future generazioni ed è stato registrato un preoccupante incremento delle affezioni andrologiche" sottolinea D’Alessandro. Un tempo c’era la visita di leva a fare lo screening su larga scala ma oggi questo manca. "La salute riproduttiva e sessuale maschile viene presa in considerazione solo quando le problematiche diventano eclatanti – prosegue d’Alessandro -, spesso con un ritardo che vanifica l’azione medica e si accompagna ad una crescita dei costi sanitari". E si sa che prevenire è sempre meglio che curare. Un progetto che prima si è declinato in forma teorica, con una fase di informazione e sensibilizzazione effettuata da specialisti che sono entrati nelle scuole con focus sugli interferenti endocrini, sulle malattie sessualmente trasmissibili ma in particolare su patologie andrologiche coinvolgendo 10 istituti scolastici, 893 studenti di cui 420 maschi. Un pool di alto livello: lo stesso D’Alessandro, medico radiologo, il dottore Dante Cesaretti, il ginecologo Massimo Gattini, il farmacologo Carlo Manfredi, l’urologo Luigi Cherubini, il medico di medicina nucleare e presidente della Lilt, Pietro Bianchi, il primario chirurgo Liano Gia e il radiologo Franco Franchi. La seconda fase prevedeva invece visiti cliniche e strumentali da effettuare alla Lilt con medici specialisti per tutti gli studenti maggiorenni. Seconda fase che ha visto un’adesione formale inferiore alle attese: solo 20 ragazzi hanno aderito ma nonostante i bassi numeri sono comunque state riscontrate diverse patologie per fortuna benigne, fra problemi morfologici, di fimosi, varicocele o cisti. Per il futuro, rimarca D’Alessandro, bisognerebbe coinvolgere di più i professori anche per pungolare i ragazzi a effettuare poi le visite. "Auspichiamo che il nostro service possa essere stato il primo passo verso un vero e proprio programma di prevenzione che la Regione attraverso le Asl dovrebbe fare proprio – continua –. Non possiamo affidare a Club od Onlus progetti annuali di prevenzione: questo è compito delle istituzioni". Progetto che comunque i Rotary hanno sostenuto con convinzione e una importante donazione alla Lilt di 6.500 euro per realizzare il braccio operativo dedicato alle visite specialistiche. "I ragazzi hanno riposto in modo interessante – sottolinea Bianchi, presidente Lilt – e attraverso il test di gradimento ci hanno fatto capire che gli interventi sono serviti, che sono piaciuti e sono stati interessanti. Anche dopo due ore di presentazione volevano partecipare facendo un sacco di domande".