L’odissea dei precari. Insegnanti in rivolta: "Concorsi farsa, spese e non ci danno lavoro"

In Provincia decine di giovani nel Movimento Educazione Senza Prezzo "Continuano a chiederci soldi e non tutti possiamo permettercelo. Poi esami, come l’ultimo, che prevedono solo vincitori e non idonei". .

L’odissea dei precari. Insegnanti in rivolta: "Concorsi farsa, spese e non ci danno lavoro"

In Provincia decine di giovani nel Movimento Educazione Senza Prezzo "Continuano a chiederci soldi e non tutti possiamo permettercelo. Poi esami, come l’ultimo, che prevedono solo vincitori e non idonei". .

Manca meno di un mese all’inizio della scuola, ma la macchina è già al lavoro per le nomine degli insegnanti. Alcuni entreranno di ruolo grazie all’ultimo concorso scuola che, se per certe classi di concorso si è concluso da poco, per altre l’iter si è bloccato agli esiti dello scritto, a seconda della regione. Una vera e propria odissea quella dei giovani che vorrebbero entrare nel mondo del lavoro e una storia infinita, piena di colpi di scena, quella degli insegnanti precari. I primi chiaramente disorientati dai metodi di reclutamento che cambiano di governo in governo, i secondi stanchi poiché vivono nell’ansia di dover rimanere aggiornati su ogni novità pena la perdita del lavoro già instabile.

Il tutto avviene sotto gli occhi di un’Europa che resta a guardare lo Stato depredare i suoi cittadini, in particolare quelli che hanno una funzione fondamentale nel nostro Paese, cioè quella di formare i giovani, il futuro dell’Italia. Depredare, che significa anche saccheggiare, è proprio il termine adatto alla situazione, perché in Italia siamo arrivati al punto che per poter lavorare occorre pagare.

Infatti, non bastano due lauree, le certificazioni informatiche, quelle linguistiche e i famosi 24 cfu in ambito psicopedagogico per un ammontare di quasi 10mila euro, quando va bene, ma con il Dpcm del 4 agosto 2023 è stata data la mazzata finale, quella che o ce la fai o non ce la fai, o i soldi li hai o, anche se insegni da più di dieci anni, se non ti puoi permettere il nuovo corso di abilitazione da 2mila e 500euro con l’aggiunta di altri 150 per l’esame conclusivo, e altri 100 per sapere se rientri nella graduatoria degli aventi diritto a frequentare il corso, sei fuori.

Il sistema insomma ha chiaramente toccato il fondo e gli insegnanti attuali e futuri stanno iniziando a dire basta. Anche nella provincia di Massa Carrara qualcuno ha deciso di alzare la testa aderendo al Movimento Educazione Senza Prezzo che si sta diffondendo a macchia d’olio, e fa un appello.

"Siamo davvero stanchi, ci sentiamo dei bancomat – commenta una docente precaria della Lunigiana che vuole rimanere anonima – Nonostante ogni anno si facciano titoloni sulla carenza di insegnanti, con il cambio di governo si dà il via alle variazioni e l’asticella, non quella delle competenze che sarebbe giusto, si alza sempre di più. Sono le risorse economiche a fare le differenza. Continuano a chiederci soldi e ovviamente non tutti possiamo permettercelo. E poi i concorsi, come l’ultimo, sono una farsa. Non fatti per risolvere il problema della mancanza di insegnanti, tant’è che sono previsti solo vincitori e non idonei per una graduatoria di merito, ma per creare disuguaglianze e guerra tra poveri. Prima eravamo demoralizzati, ora siamo molto arrabbiati perciò occorre aderire al Movimento per chiedere che le cose cambino. Dunque faccio questo appello ai miei colleghi: seguite questa iniziativa perché è giunta l’ora di farci sentire. Ricordate: sono loro ad aver bisogno di noi."

Anastasia Biancardi