REDAZIONE MASSA CARRARA

L’obiettivo della sostenibilità. Storia della cartiera di Monzone

L’incontro dei tecnici della Europaper con la classe 2C del plesso dell’Istituto comprensivo Moratti. Genesi dell’azienda dagli anni ’50 fino a oggi e viaggio nei moderni processi produttivi.

L’obiettivo della sostenibilità. Storia della cartiera di Monzone

Che cos’è per voi la sostenibilità? Per noi è fare di tutto per avere nel nostro futuro un mondo migliore. Sappiamo che il nostro pianeta è soffocato dal riscaldamento globale e che ogni nostra attività ha un impatto sull’ambiente: tutti noi dobbiamo impegnarci a rispettare la Terra, la nostra casa, e dobbiamo contribuire evitando di inquinare e riducendo i consumi. È importante l’impegno di ognuno, ma è fondamentale anche l’impegno delle molte aziende ed attività di cui abbiamo bisogno. Per capire in che direzione esse si stanno muovendo, abbiamo incontrato due esperti che ci hanno parlato della cartiera Europaper di Monzone, Stephanie Cipressini, Responsabile dell’Ufficio Qualità e Commerciale, e l’ingegner Samuele Molini, che si occupa del settore energetico.

Ci hanno raccontato della nascita della cartiera negli anni ’50 del secolo scorso e poi del suo sviluppo fino ad oggi, dandoci informazioni sui tipi di produzione, sulle lavorazioni e spiegandoci come nel tempo sono state adottate soluzioni per rendere la cartiera sempre più efficiente in termini di sostenibilità. Abbiamo scoperto che qui vengono prodotti dei semilavorati, le bobine madri, con cellulosa proveniente da foreste certificate, a salvaguardia del patrimonio boschivo, cui si aggiungono fibre riciclate, che derivano da ritagli come scarti di lavorazioni delle cartotecniche, bugiardini medici e archivi di uffici vari, una soluzione che permette di dare una seconda vita a materiali che altrimenti dovrebbero essere smaltiti come rifiuti. L’azienda ha deciso di evitare il processo di disinchiostrazione con sbiancanti ottici e anche la resina, aggiunta alla carta per la resistenza all’umido, viene scelta secondo caratteristiche che riducano l’impatto sull’ambiente. L’acqua prelevata per la produzione viene reimmessa nel torrente dopo aver attraversato sistemi di depurazione e sedimentazione, con controlli giornalieri. I fanghi residui vengono analizzati, recuperati e usati in altri settori, come quello dei laterizi.

Nel tempo l’attenzione si è rivolta anche al dispendio energetico: le lampade a led hanno sostituito le lampade a incandescenza e negli anni sono stati scelti macchinari dimensionati per una maggior efficienza energetica. Dal 2015 un cogeneratore produce energia elettrica, acqua calda (usata al posto della soda negli spappolatori) e vapore. Abbiamo capito che c’è un disciplinare di legge che dev’essere rispettato, l’azienda si sta impegnando nella sostenibilità applicando metodi e soluzioni che le permettono di ottenere certificazioni come la ’Ecolabel’, una certificazione europea di tipo ambientale, il cui simbolo è un fiorellino stilizzato. Non c’è un’attività produttiva che non abbia impatto sull’ambiente, ma è importante adottare soluzioni per far sì che questo sia il minore possibile.