Non sono poche le trasformazioni che la Lunigiana sta affrontando in tutti gli ambiti dell’economia e della società, da quello agricolo a quello turistico, dal sistema imprenditoriale a quello infrastrutturale. E tra le sfide che deve cercare di vincere c’è quella demografica su cui pesa il costante invecchiamento della popolazione. E le previsioni Istat indicano un ulteriore calo del 13,1% entro il 2041. A preoccupare è soprattutto la riduzione della popolazione in età lavorativa che potrebbe creare squilibri nel mercato del lavoro e rende necessario fornire servizi, possibilmente vicini, ad una popolazione semprepiù anziana. E’ il quadro, in estrema sintesi, che emerge dai dati del “Rapporto Lunigiana 2024” realizzato dall’Istituto Studi e Ricerche nell’ambito delle attività per la Camera di Carrara e illustrato ieri mattina nel Museo di San giovanni degli Agostiniani a Fivizzano. Uno spaccato delle principali tendenze registrate sul territorio, con una speciale attenzione all’agricoltura e le infrastrutture.
Il Rapporto, dal punto di vista infrastrutturale, segnala che, pur con qualche criticità, la Lunigiana beneficia di un buon accesso alle principali vie di comunicazione. I dati Istat indicano che è possibile raggiungere rapidamente le principali infrastrutture di trasporto dalla Lunigiana, malgrado differenze significative tra le zone. Dalla metà dei comuni, è possibile raggiungere una stazione ferroviaria in meno di 27 minuti, un’autostrada in 12, un porto con servizio passeggeri in 33 e un aeroporto in un ’ora. Restano aperte le sfide legate alla banda larga internet. Al 30 giugno la copertura in fibra ottica “fino a casa” era ferma al 27% del territorio, mentre quella ”ultimo miglio“ in rame al 63%.
"La Camera supporta diverse iniziative nel settore del turismo – afferma il presidente Valter Tamburini – Tra queste l’incoming di operatori dall’estero per sviluppare il segmento wedding e il sostegno a progetti legati alla promozione delle produzioni tipiche. Questi sforzi mirano a potenziare l’attrattività del territorio, promuovendo le sue eccellenze e contribuendo al suo sviluppo. È però fondamentale sostenere la crescita e migliorare la qualità della vita dei residenti, rendendo il territorio accogliente per i turisti attraverso investimenti in infrastrutture e servizi. Promuovere uno sviluppo sostenibile e investire in infrastrutture adeguate sono infatti essenziali per garantire una crescita equilibrata e resiliente. Solo attraverso un approccio integrato e adattivo sarà possibile affrontare le sfide future e continuare a costruire una Lunigiana capace di attrarre imprese, investimenti e visitatori, preservando al contempo la sua identità unica e preziosa".
Significativa, si rileva, è soprattutto la trasformazione del comparto agricolo. Le imprese diminuiscono ma danno segnali importanti di un interesse per pratiche sostenibili e prodotti di qualità strettamenti collegati alla tradizioni e alla natura del territorio. Nel decennio 2010-2020 la superficie agricola utilizzabile e il numero delle aziende si sono dimezzati. Nel settore turistico il 2023 ha registrato un incremento del 5% delle presenze, con valori significativi per tedeschi, olandesi, statunitensi e lombardi. Le strutture turistiche contano 241 attività tra alberghiere ed extralberghiere, per un totale di 3.300 posti letto disponibili, a cui si aggiungono circa 300 locazioni turistiche, in media, di strutture più piccole rispetto a quelle della costa per le esigenze di un turismo “lento”. In aumento il traffico autostradale registrato nel 2023: +2,3% ad Aulla e +2,6% a Pontremoli.
La Lunigiana sta vivendo una fase di ridimensionamento imprenditoriale (-0,6% nel 2023), con una flessione marcata in agricoltura, nel commercio e nel manifatturiero. L’artigianato conta 1.382 imprese (-0,4% nel 2023), crescono le società di capitale (+2,6%). Commercio e ristorazione si adattano alle esigenze di un turismo in crescita e una popolazione sempre più anziana. Nel 2023 il commercio al dettaglio ha perso il 3,1%, soprattutto a causa dell’alimentare, mentre le attività di somministrazione sono rimaste stabili a 514 unità (+0,2%), con una diminuzione dei bar (-0,9%) e un aumento dei ristoranti (+1%).
Roberto Oligeri