L’avventura della pastorizia Viaggio al tempo dei lupari

Camporaghena, il libro di Ferrari narra le storie della transumanza e delle tradizioni di famiglia

L’avventura della pastorizia  Viaggio al tempo dei lupari
L’avventura della pastorizia Viaggio al tempo dei lupari

Settembre era il tempo fino a qualche decennio fa della transumanza di ritorno, dalla montagna al mare, non solo per i pastori abruzzesi ma pure per quelli che, dalla Lunigiana , si portavano nei pressi della costa tirrenica nel sud della Toscana. Una pubblicazione che raccoglie una ponderosa ricerca sulle famiglie di pastori – datata 1847 fino ai giorni nostri – è stata presentata qualche sera fa a Camporaghena, in Comune di Comano, culla della pastorizia in Lunigiana, dove fino agli anni Cinquanta, si contavano migliaia di pecore allevate da tutte le famiglie del paese. L’opera “La luna di maggio e i pastori della Valle del Taverone“ (Lunigrafica Stampa e Stampa) scritta da Luigi Ferrari raccoglie notizie spesso incredibili del recente passato.

"Chi è solito percorrere il sentiero che da Apella sale per le Capanne di Norneta e Capannola, avrà notato, a sinistra del percorso, una lastra in arenaria sul quale è inciso il nome di Giuseppe Maffei - dice Ferrari - a ricordo di un evento drammatico accaduto nel 1882". I fatti, le testimonianze dell’epoca infatti raccontano che tale Giuseppe Maffei, “luparo“, cioè un cacciatore di lupi, aveva teso una tagliola a scatto proprio lungo il sentiero di Capannola per catturare un grosso lupo che da tempo si aggirava nella zona predando il bestiame. Una mattina, recatosi sul posto, Maffei scorse la fiera rimasta presa nella trappola, ma eccitato dal successo non si avvedeva, era d’inverno, che il sentiero attorno era ghiacciato e che il lupo in realtà non era morto. Il luparo, liberato l’animale dalla tagliola, si era chinato per caricarselo sulle spalle e portarlo nei paesi per riscuotere le ricompense in denaro e derrate alimentari. Il predatore, tornato libero, reagì immediatamente avventandosi contro Maffei: iniziò una lotta talmente violenta fra l’uomo e l’animale che per avere la meglio l’uno sull’altro entrambi finirono nel burrone dove persero la vita.

"Da allora la lapide - spiega Ferrari - ricorda la “morte sul lavoro“ del luparo". Il libro “La luna di maggio e i pastori della Valle del Taverone“ (Lunigrafica Stampa e Stampa), oltre a eventi realmente accaduti, traccia il profilo di singolari personaggi del tempo, come Vincenzo Cimoli, classe 1875, “vergaro“ ( una sorta di buttero della Lunigiana) originario di Camporaghena che conduceva oltre 2.000 pecore dal paese natìo fino in Maremma. O Giacomo Fontana che vi portava 200 agnelle da rimonta e ben 400 cavalli da lavoro. "I pastori di Camporaghena andavano a svernare nel cuore della Maremma - precisa Luigi Ferrari - quelli di Tavernelle, Apella e Taponecco nella provincia di Pisa. La mia ricerca va dal 1874, fino a oggi; ho aperto 73 fascicoli su altrettante famiglie che vivevano di pastorizia. Il numero degli addetti agli allevamenti liberi,cominciò progressivamente a diminuire dal 1943, riducendosi dal Duemila. Vedo un futuro della pastorizia nell’ecosistema appenninico in funzione di e salvaguardia della biodiversità".

Roberto Oligeri