ROBERTO OLIGERI
Cronaca

La tradizione si ripete. Festa per il pastore in partenza per i monti

Licciana Nardi, Boschetti accolto da un’ovazione nelle vie del paese. A salutarlo anche il sindaco Martelloni. E’ diretto sul Navert.

Licciana Nardi, Boschetti accolto da un’ovazione nelle vie del paese. A salutarlo anche il sindaco Martelloni. E’ diretto sul Navert.

Licciana Nardi, Boschetti accolto da un’ovazione nelle vie del paese. A salutarlo anche il sindaco Martelloni. E’ diretto sul Navert.

Ieri mattina, c’erano tutti i paesani assiepati lungo il suggestivo borgo di Tavernelle ad attenderlo. Ed ai primi rumori dei campanacci in lontananza, ecco uscire sui terrazzi e alle finestre anche anziani e bambini. Insomma, una festa in piena regola. Finalmente eccolo arrivare dalla parte bassa del paese Giancarlo Boschetti, storico pastore di tante generazioni alla testa del suo gregge di pecore massesi, diretto in transumanza sulle cime più alte dell’Appennino parmense. Giancarlo è un’autentica celebrità e non per nulla ad aspettarlo all’ingresso di Tavernelle c’era pure Renzo Martelloni, il sindaco di Licciana con tanto di fascia tricolore.

Due giorni prima, a fare da apripista verso i pascoli di alta montagna, aveva provveduto il fratello Loreno in testa alla sua mandria di cavalli di razza appenninica; animali rustici, un tempo da lavoro, oggi il non plus ultra per escursioni turistiche in sella. "Con le pecore mi fermo qualche giorno nei pressi dell’Abbazia di Linari, le faccio riposare prima di affrontare i sentieri vertiginosi che, attraverso il Passo della Colla e il Passo della Tacca, mi porteranno sul Monte Navert, nell’Appennino parmense, dove trascorrerò con i miei animali tutta l’estate", dice Giancarlo Boschetti, uno degli ultimi pastori transumanti del nostro territorio. E’ grazie al pascolamento dei suoi animali se le praterie d’alta quota si presentano pulite e con una vegetazione lussureggiante. Giancarlo è dunque un ’custode’ della biodiversità dell’Appennino Tosco-Emiliano. Nonostante l’immenso servizio che rende all’ambiente e al Parco Nazionale, il pastore di Tavernelle anche quest’anno sarà costretto a dormire sulla sua vecchia roulotte; eppure in quella zona vi è un fabbricato, già rifugio di montagna che gli enti preposti potrebbero aggiustare in maniera dignitosa, in modo da ospitarvi rendendogli la vita meno dura uno degli ultimi pastori transumanti della Lunigiana.

Quando ci si accorge che è giunta l’ora di partire per la transumanza, il momento di salire in montagna? "Sono le pecore stesse a dirmelo – spiega Boschetti – Sono irrequiete, si agitano, ti fanno capire che è il momento di andare; quest’anno sono in leggero ritardo perché stavo ultimando la fienagione. Del resto, l’inverno è lungo e bisogna provvedere alle necessità del gregge, mettendo nel fienile un consistente quantitativo di foraggio, per oltre 200 capi. E se devo proprio dirla tutta – afferma il pastore – io stesso non vedevo l’ora di mettermi in marcia per il Navert; anche se mi aspettano mesi di duro lavoro a mungere, preparare formaggi e ricotte, sempre in allerta che le pecore non vengano assalite dai lupi e costretto a dormire in roulotte. Perché non vedevo l’ora di partire? Perché per me salire lassù significa entrare in Paradiso".

Roberto Oligeri