REDAZIONE MASSA CARRARA

La montagna che cede. Casette e Caglieglia rischiano l’isolamento. Pericoli anche a Forno

Parte della strada vicino al Cartaro è transennata e la popolazione ha paura. Giovanni Ricci: "Occorre subito una verifica se può reggere il traffico pesante".

La montagna che cede. Casette e Caglieglia rischiano l’isolamento. Pericoli anche a Forno

Rischiano l’isolamento le frazioni di Casette, Caglieglia e Santo a causa del cedimento di parte della carreggiata dell’unica strada che le unisce alla città. Da alcuni giorni, il tratto di strada che raggiunge le frazioni, in prossimità dell’acquedotto del Cartaro, è stato transennato per metà carreggiata. I rischi e i disagi della popolazione residente sono tanti. Ce ne parla Giovanni Ricci, ex consigliere comunale Pd: "La strada mostra evidenti segni di cedimento sul lato verso valle – spiega –. Ho chiesto io un sopralluogo ed è stata transennata per motivi di sicurezza. Purtroppo le transenne mancano del segnale luminoso ad alternanza e, con il buio, essendo situate proprio in una semicurva, qualcuno potrebbe andare a sbatterci contro. Non esiste segnaletica che annunci la presenza dell’interruzione di quella parte di carreggiata".

A parte la mancanza di segnaletica, il problema più grave è la strada che cede. "Siamo molto preoccupati – aggiunge Ricci – perché se il cedimento dovesse progredire le frazioni di Casette, Caglieglia e Santo resterebbero isolate e non si sa per quanto tempo. Quello che chiedo all’amministrazione comunale, nell’immediato, è una verifica statica per stabilire se quella parte di strada è idonea o no al passaggio del traffico pesante. Serve una certificazione tecnica per valutare la criticità di quel tatto di carreggiata protetta ora da transenne. L’amministrazione comunale faccia una verifica urgente e, se necessario, metta in atto il divieto di transito per i mezzi pesanti. Non possiamo rischiare di rimanere isolati". La strada, in effetti, è trafficata anche da camion che vanno e vengono dai bacini marmiferi sovrastanti, essendo l’unica arteria che collega alla città. Se dovesse cedere ulteriormente, la strada rischia la chiusura totale e quindi la paralisi di tutto quel versante che porta ai vari centri abitati.

Insomma, possiamo ribadire che è necessaria una programmazione per la messa in sicurezza di una montagna che frana ad ogni evento meteorologico piovoso. E lo vediamo ogni giorno con frane e smottamenti in tutte le strade della vallata del Frigido. Anche dal Vergheto, a monte di Forno, ci ha contattato una famiglia, preoccupata per la situazione della strada soggetta ad allagamento con trasporto detritico. "Per fermare una frana – racconta una coppia del luogo – sono stati installati dei blocchi di cemento che appoggiano proprio sulla cunetta di raccolta delle acque di superficie. Siamo in montagna, con strade in pendenza e le cunette laterali, in caso di pioggia, raccolgono tutta l’acqua della sede stradale e del versante che la sovrasta. In quel punto la corsa dell’acqua si arresta, fermata dal blocco di cemento, allagando tutta la carreggiata e trasportando a valle materiale e pietrisco proveniente dal terreno franoso. L’acqua supera la strada per finire in prossimità di una civile abitazione, allagando il terreno. Le cunette si realizzano proprio per consentire alle acque di defluire. Inoltre i blocchi sono stati posizionati con una pendenza verso la sede stradale e non ci fanno stare tranquilli, quando passiamo da lì". Ancora un sos dalla montagna che deve fare i conti con il dissesto idrogeologico di un territorio un po’ troppo dimenticato.

Angela Maria Fruzzetti