Interventi per eliminare il lavarone al Magliano

Si prevede di modificare le opere di difesa esistenti per migliorare la circolazione dell’acqua e ridurre i depositi

La Regione investirà 164mila euro circa per risolvere il problema del lavarone che invade le spiagge, in particolare nella zona del fosso Magliano. Qui i rilievi hanno individuato un deposito di materiale organico galleggiante maggiore che altrove, proveniente soprattutto dal fosso Magliano. Scarti che benché naturali influenzano comunque in maniera negativa la fruibilità della spiaggia, l’attività turistica e la balneazione.

In questa zona l’obiettivo dello studio consiste nella valutazione di un sistema di ottimizzazione delle opere esistenti per limitare i fenomeni di deposito di materiale all’interno delle celle. Sono infatti le scogliere, laterali e soffolte così come la barriera a largo, a bloccare il flusso delle acque e a provocare questo ammassamento di lavarone. L’intervento non prevedere la realizzazione di alcuna nuova struttura, né la modifica dell’impronta di opere già presenti allo stato attuale. Viene solo modificata l’altezza del sistema di difesa rendendo completamente emersi i pennelli di foce, fino a un metro, a oggi in parte sommersi.

Rimangono tuttavia sommerse le strutture disposte parallelamente alla spiaggia, ovvero la soffolta che rende chiusa la cella a nord del fosso e quella che conferisce la forma ad “L” della cella a sud. Viene inoltre ripristinata la sezione di foce eliminando i massi usciti fuori sagoma a causa dell’azione del moto ondoso. Si prevede inoltre di abbassare di mezzo metro il pennello a sud della foce per mitigare l’impatto visivo e paesaggistico di un litorale contraddistinto da un complesso sistema di opere ingegneristiche, in linea con la politica di destrutturazione ingegneristica del committente. Tutto per avere maggiore circolazione delle acque e un aumento della velocità che serve ad allontanare il lavarone.

FraSco