EMANUELA ROSI
Cronaca

Il ponte di Albiano in un documentario Discovery Channel racconta il disastro

Raccolte in Lunigiana e a Massa le testimonianze del sopravvissuto Andrea Angelotti, del soccorritore Ivan Velardi e del nostro giornale

di Emanuela Rosi

 

Sedici mesi dopo il crollo l’unico elemento compiuto è quello provvisorio. E perchè lo diventasse di mesi ce ne sono voluti quindici. Il provvisorio compiuto sono quelle rampe di accesso all’Autostrada A12 per ricreare collegamenti accettabili con il borgo di Albiano Magra, tagliato fuori dal resto di Aulla e dalla Toscana (che è la sua Regione) quando, l'aprile 2020, il ponte è andato in pezzi come fosse costruito con i Lego. Ruspe e trivelle continuano a tracciare l’ossatura del nuovo ponte che riunirà le due sponde del fiume, tra un anno secondo il cronoprogramma del commissario straordinario chiamato a eguagliare il “miracolo” di Genova. Impresa, quasi, impossibile verrebbe da dire.

Ma non sarà il miracolo, che venga compiuto oppure no, l’argomento della storia che racconterà in America la “Britespark Film”. E’ il crollo, il disastro, l’enorme errore. “Massive Engineering Mistakes” è il titolo del programma che trasmetterà il documentario girato nei giorni scorsi da due giovani professioniste per la compagnia inglese e che andrà in onda su Discovery Channel, prima in America per essere poi esportato in molti Paesi, e forse tornare anche nell’Italia di cui racconta, insieme a quello di Albiano, la tragedia del ponte Morandi a Genova e il “collasso” di una gigantesca gru a Varese.

Un programma che parla di eventi, incidenti, fenomeni interessanti dal punto di vista ingegneristico e geologico. Quattro voci raccolte da loro racconteranno dunque agli americani l’infarto che un anno e mezzo fa in pochi secondi ha disintegrato un’opera di ingegneria teoricamente destinata a durare, un fatale “malore” improvviso di cui non erano mancati i segnali, a quanto pare risultato di decennali insane abitudini e superficiali pratiche. A raccogliere le voci del crollo di Albiano sono arrivate Maria Miccio, assistente produttrice e ricercatrice che da otto anni vive a Londra dove era arrivata per un master in televisione, e Flaminia Iacoviello, produttrice e regista che oggi vive e lavora a Palermo ma ha girato un po’ dappertutto, Irlanda, Londra, Italia.

Sulle macerie del ponte, quelle non ancora spazzate via dalle piene della Magra, Maria e Flaminia hanno raccolto le testimonianze di Ivan Velardi, soccorritore della Croce Rossa, tra i primi a intervenire quel disastroso 18 aprile da lookdown, e Andrea Angelotti, il corriere della Bartolini diventato suo malgrado simbolo della tragedia sfiorata. Il suo furgone rosso è rimasto a vegliare sul miracolo in bilico su uno spezzone della strada finché pochi mesi fa una piena più forte delle altre non ha ridotto in poltiglia trascinandolo per qualche chilometro.

Lui, Andrea, dopo due interventi alla schiena è nelle mani del dolore che continua a negargli la possibilità di lavorare, della burocrazia che considera a termine il suo infortunio, e della solidarietà della gente che gli dà un po’ di forza per resistere. "Per noi è stato estremamente suggestivo essere sul ponte, e accanto al ponte con Andrea – raccontano Maria e Flamiania – lui ha ricordato il giorno dell’incidente, dice che sta recuperando bene, mentre noi eravamo un po’ in shock immaginando la sua esperienza proprio sul posto dove lo stavamo intervistando. Stessa cosa per Ivan, ci ha raccontato che l’adrenalina e l’addestramento avevano fatto effetto subito. Noi non riuscivamo ad immaginare una situazione del genere: essere pronto, lucido e sveglio su un ponte che sta crollando, mentre ti accerti che tutti intorno a te stiano bene".

Flaminia e Maria sono arrivate poi fino a Massa, per raccogliere la versione giornalistica nella redazione del nostro giornale che la storia l’ha seguita dal primo istante e continua a farlo. E, attraverso i nostri occhi, per spiegare agli americani, e a quanti vedranno il documentario, questa terra apuana ricca di storia e natura che si spinge a nord con la Lunigiana, palcoscenico del disastro.

Armate di telecamera e microfoni sono salite al Castello Malaspina di Massa che ha regalato loro la sua suggestiva visione della terra su cui domina silenzioso perché possano allargare l’orizzonte degli americani oltre il disastro di Albiano Magra. Poco sensazionalismo e molta scienza nel tono, così l’ultima tappa del viaggio-documentario di Maria e Flaminia è stata a Pisa dove hanno incontrato gli ingegneri che hanno raccontato l’aspetto tecnico dei tre disastri. Ora le riprese arriveranno a Londra dove saranno montate per creare il programma finale che andrà in onda su Discovery Channel.