
Il lusso targato d’Avenza. In crescita la maison preferita da Stallone,. Re Carlo e Keith Richards
"In un mercato sempre più globalizzato cresce la ricerca per la personalizzazione, per l’identità". E questa la fortuna della d’Avenza, la celebre griffe del classico maschile che sta vivendo una sua seconda stagione di fortuna. Recuperato il marchio dal fallimento nel 2016, Jonathan Clay, figlio del socio fondatore Tony Clay, ha rilanciato la maison del lusso ripartendo dalle antiche ceneri. Famosa per aver vestito attori, capitani d’industria, capi di stato, l’azienda tessile di Nazzano è tornata a nuova vita nei locali del Centro Tuscania, dove, dal 2021, operano 22 dipendenti, e si producono 1400 capi l’anno che vanno a finire nei guardaroba di personaggi come Silvester Stallone, re Carlo di Inghilterra e Keith Richards.
Con un fatturato che chiuderà il 2023 con circa un milione di euro, la d’Avenza sta scalando i mercati di tutto il mondo e punta al raddoppio dei dipendenti nel giro dei prossimi mesi. "Contiamo nel 2024 di salire da a 50 lavoratori – racconta Jonathan Clay –. La d’Avenza ha senso soltanto in questo territorio dove è nata e dove ha fondato radici e dna. Le nostre sarte assicurano quel know how che era proprio della società fin dagli anni ’70 e che l’ha resa celebre in tutto il mondo". Pertanto in azienda ci sono ancora quei preziosi sarti e tagliatori che appartennero all’età d’oro e che assicurano la trasmissione e il passaggio di competenze di una lavorazione che è ancora unica al mondo. Sono Maurizio Raffi, tagliatore che è in azienda dal 1985, Michele Rella supervisore della qualità che garantisce i capi d’Avenza dal 1976, e Loriana Zeni jolly tutto fare che assicura che le nuove sarte seguano quegli standard di qualità che fanno sì che ogni capo sia cucito addosso al cliente.
E così la clientela più esigente e i palati più fini fanno a gara per assicurarsi nei guardaroba i capi griffati. "Nelle scorse stagioni – racconta Clay – abbiamo vestito Keith Richards che dalle magliette sul palco agli abiti del dopo show era vestito con i nostri capi per la tournée mondiale. Ha voluto anche quattro abiti in lino per il matrimonio della figlia. Così Stallone per la notte degli Oscar, o il re Carlo che ha voluto un abito su misura. In un momento di fast fashion, sono sempre più numerosi anche i giovani che cercano la qualità e il lusso". E così giovani manager e nababbi di tutto il mondo spendono fino a 20mila euro per avere un blasonato abito d’Avenza.
"Nell’ultimo anno siamo cresciuti del 96 per cento – aggiunge Clay – e nel 2022 del 40. E così in un mondo globalizzato, dove ci si veste nei mega store e su Internet, la d’Avenza, con capi di altissima qualità, cuciti su misura e a mano, attrae quella fetta di mercato del lusso che vuole il meglio. Questo non vale soltanto per i vestiti, ma anche per orologi, auto yacht". Così grazie al fiuto di Clay la d’Avenza torna prepotentemente a recuperare quel posto in prima fila che aveva negli anni passati, con punti vendita nei corner dei più importanti stores del mondo da Londra a Parigi, Anversa e Liverpool.