REDAZIONE MASSA CARRARA

Il litorale ferito si scopre indifeso "Dobbiamo rivedere le strutture"

L’analisi di Gazzoli, presidente regionale Fiba: "Gazebi e cabine non sono studiate per questo clima". E lancia l’appello: "Nel Piano dell’arenile si preveda l’introduzione di materiali utili a fronteggiare l’allarme"

Un quarto d’ora è bastato per mandare all’aria l’attrezzatura di gran parte degli stabilimenti balneari della costa apuana, da Marina di Carrara fino al confine con la Versilia. Tetti divelti, vetrate spaccate e cabine abbattute, pannelli fotovoltaici e termici strappati via e sbattuti a metri di distanza. Per non parlare poi delle strutture fisse in spiaggia: tende e gazebi con teli distrutti nella migliore delle ipotesi altrimenti gettati per aria e schiantati su auto e tetti.

Un quarto d’ora di furia della natura è bastata per fare danni esagerati e a insinuare più di un dubbio nella mente dei proprietari degli stabilimenti apuani: rivedere tutto il mondo balneare. Portavoce di questa proposta è il presidente regionale Fiba Confesercenti, Stefano Gazzoli, che parte da un dato di fatto: è il secondo evento ‘eccezionale’ che si abbatte sulla costa apuana, il primo aveva colpito soprattutto Ronchi e Poveromo il 28 giugno. E due volte in due mesi toglie ogni carattere di eccezionalità. "Sono 20 anni che mi occupo del mondo balneare e in un anno 2 eventi del genere sono da clima tropicale. Non basta adeguarci alla situazione. Dobbiamo rivedere tutto, le stesse strutture balneari come sono fatte. I gazebi sulle spiagge, i tetti e le cabine non sono fatti per reggere questi eventi: sono stati pensati per un clima diverso che avevamo e che ora sta cambiando. Un clima a cui dovremo adeguarci".

Basta pensare alle ventisei cabine del Bagno Maurizio che sono state sollevate da terra e scaraventate sula strada alle spalle, distrutte. Ma è stato solo l’esempio più eclatante della giornata. E allora cosa cambiare? "Sono valutazioni da fare in maniera condivisa. Cabine e altre strutture con una forza di resistenza maggiore a raffiche da 140 chilometri orari, per i gazebi magari coperture che si possano arrotolare o smontare in fretta ed evitare l’effetto vela. Determinare quali strutture servono e valutare come inserirli nel Piano dell’arenile in fase di definizione. Il mondo cambia e bisogna confrontarci tutti quanti per trovare le soluzioni migliori".

I balneari non sono stati i soli colpiti dal maltempo, ci sono tante altre attività che hanno preso una brutta batosta: "Come presidente provinciale di Confesercenti chiedo alla Regione di alzare l’asticella. Va bene lo stato di emergenza ma serve il riconoscimento di calamità nazionale per ristorare le aziende e tutti coloro che hanno subito danni, un aiuto in partecipazione per ricostruire. Ricordo che alla fine di ottobre del 2018 varie burrasche si sono abbattute sulla costa toscana e allora fu dichiarata la calamità naturale. Quello che abbiamo subito stavolta è stato molto peggio di allora".

Infine un appello anche al Comune di Massa: "Tra l’altro attendiamo ancora di poter vedere i documenti del Piano attuativo dell’arenile e dei viali a mare per poter parlare, discutere e relazionarci. Senza dimenticare che anche sul progetto anti erosione siamo fermi all’ultima riunione sullo studio di fattibilità Non vogliamo scavalcare nessuno, quanto successo è grave, nel rispetto del dolore delle vittime del maltempo. Stiamo aspettando però da tempo questi atti e ancora non abbiamo avuto riscontri".

Francesco Scolaro