
"Un paesano ha perso la vita, qualcuno l’ha soccorso impotente, altri lo hanno visto morire. Se avessimo avuto un defibrillatore, forse, avremmo poturo salvarlo". Inizia così lo scritto apparso sui social nei gruppi WhattsApp di Tendola, la borgata dove lo scorso lunedì un pensionato di 78 anni, colto da improvviso malore è deceduto fra le braccia dei soccorritori, impossibilitati ad utilizzare il defibrillatore in quanto era stato prelevato per manutenzione un anno fa e mai più ricollocato nel luogo preposto, nei pressi della chiesa. Non solo il paese era sguarnito del defibrillatore ma al momento della chiamata al 118 non era disponibile l’autoambulanza più vicina, quella di Caniparola che dista 10 chilometri.
La centrale infatti aveva inviato il soccorso da Fivizzano,la cui distanza è quasi doppia. Il mezzo era arrivato in 25 minuti, un miracolo considerato la strada ed i chilometri, però l’uomo nel frattempo era spirato. "La medicina d’urgenza a Tendola, è fatta di “se“, di “forse“ e... di ceri accesi alla Madonna – prosegue – Se avessimo un sistema di pronto soccorso ben posizionato ed efficiente, forse, lo si poteva salvare. Ma tutto questo non c’è. La Società di Mutuo Soccorso di Tendola - dice il documento - si era attivata in proprio per acquistare un defibrillatore, ma il Comune l’ha stoppata promettendo di fornirlo in tempi brevi. Tra poco è passato un anno, c’è scappato il morto, ma il defibrillatore ancora non c’è". "Nel novembre scorso, in occasione della festività di Santa Caterina, come Società di Mutuo Soccorso, avevamo organizzato una sottoscrizione - dice Mario Mariani presidente del sodalizio - al fine di raccogliere fondi per l’acquisto da parte nostra di un defibrillatore, visto che quello già presente in paese tardava a far rientro. Avevamo già fatto anche dei manifesti in merito, appesi nella borgata. Ebbene, sono stato contattato da alcuni amministratori i quali mi garantivano che avrebbero provveduto loro come Comune per il defibrillatore e che non era il caso che noi ci dovessimo impegnare in merito. Pertanto, il ricavato, abbiamo deciso di spenderlo per fare un adeguato riparo a salvaguardia di tutte le incisioni murali,il calco delle mani di tutti gli abitanti, realizzato anni fa da una coppia di stranieri. Ci eravamo anche attivati per un corso per l’utilizzo del defibrillatore".
Roberto Oligeri