I gessi dell’Accademia a Palazzo Rosso Nel centro storico lo scrigno della gipsoteca

Nell’edificio troveranno posto i 350 modelli che hanno fatto la storia della scultura del marmo: dal Canova al Novecento

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di Alessandra Poggi

Palazzo Rosso sarà la sede della gipsoteca dell’Accademia di belle arti. Ospiterà gran parte delle 350 opere in possesso dell’Accademia tra cui i gessi di Antonio Canova, divise in sezioni tematiche. Un progetto di riqualificazione che prevede l’allestimento di un museo moderno e funzionale, un museo capace di auto finanziarsi, ma soprattutto aperto gratuitamente a tutta la cittadinanza. Era stata la giunta di Francesco De Pasquale a decidere di destinare questo storico palazzo all’Accademia, e la giunta di Serena Arrighi ha confermato la bontà del progetto. Un altro tassello che si aggiunge a quella realtà diffusa che rappresenta l’Accademia per la città di Carrara, un’istituzione aperta alla cittadinanza e in grado di dare risposte culturali. E il museo di Palazzo Rosso aperto gratuitamente al pubblico è l’emblema di questa filosofia. Al progetto della gipsoteca stanno lavorando Giuseppe Canilla, Gerardo De Simone, Marco Ciampolini, Fabio Cavallucci, Alberto Giuliani e Gilberto Pellizzola, architetti e docenti di storia dell’arte dell’Accademia e per il Comune di Carrara l’architetto Stefano Calabretta. La gipsoteca sarà allestita seguendo un criterio cronologico nella distribuzione dei gessi, come spiega il direttore Luciano Massari: "La collezione delle opere ‘moderne’ – dice – sarà distribuita in due corpi distinti. Un corpo più genericamente di impianto neoclassico, con le sue diverse varianti, e un altro sempre genericamente più romantico, protratto fino al Novecento, che sono poi in qualche maniera le più emblematiche della diffusione di un gusto di eccellenza, che ebbe nella presenza dell’Accademia e dei suoi maestri una funzione centrale per la sua diffusione". In particolare al piano terra, ex sede della biblioteca per ragazzi e poi della circoscrizione, troveranno collocazione le statue insieme ad altre opere. "In questo modo – prosegue Massari – si sfrutterebbe a pieno l’unicità della sala, la sua ampiezza, che comprende l’intero piano del palazzo, nonché la sua altezza scenografica. Inoltre le sale al piano terreno potrebbero avere un’ulteriore funzione comunicativa e interagente con la città, al fine di comunicare la presenza del museo, di renderlo visibile e presente alle persone che frequentano la piazza". Salendo al primo piano, il piano nobile "Troveranno posto il corpus delle opere romantiche – conclude il direttore Luciano Massari – e le opere più rilevanti di Canova e degli altri maestri, mentre le due sale minori saranno concepite per ospitare la storia delle origini dell’Accademia. Altre opere saranno collocate nelle sale del quarto livello, in stretto contatto, come una sorta di arredo teatrale e scenografico, con le funzioni comunicative, la sala conferenze e altro da definire".

Il palazzo, lo ricordiamo, rientra nei progetti di recupero previsti dal Comune. Il progetto, in fase esecutiva, prevede un intervento di 2 milioni e 700mila euro e sta aspettando la gara.