REDAZIONE MASSA CARRARA

"Giù le mani dalla zona industriale". Il Pd rilancia: "No al commerciale"

Ricci: "Serve a garantire e irrobustire le imprese che operano sul territorio". Giuliani: "Il rischio è perdere il Pignone"

"E’ essenziale e strategico mantenere la vocazione manifatturiera e artigianale della zona industriale apuana". Un coro unanime è emerso dall’incontro pubblico promosso dal gruppo consiliare del Partito Democratico sul ’ruolo strategico della zona industriale apuana presente e futuro’. "Una vocazione manifatturiera e artigianale per garantire e irrobustire le imprese che operano sul territorio, molte di eccellenza internazionale (Baker Hughes), altre di più recente insediamento come la nautica da diporto – afferma il capogruppo Enzo Romolo Ricci –. A questo si lega la forte integrazione con il porto di Marina di Carrara. Lo sviluppo ’plurale’ del nostro territorio non può quindi prescindere dal mantenimento della finalità industriale-artigianale,, che deve preservare e innovare un patrimonio unico di aree, servizi infrastrutture che non possono essere compromesse da funzioni estranee e confliggenti. Molto ancora c’è da lavorare in termini infrastrutturali: la riorganizzazione delle funzioni del porto; il raddoppio della Pontremolese; il tema delle bonifiche, che resta uno dei nodi cruciali da sciogliere per favorire nuovi e più qualificati insediamenti. Strategico per questi obiettivi diventa il ruolo del Consorzio Zia che va dotato degli strumenti necessari, normativi ed economici che rendano disponibili a costi accessibili le aree dismesse da molto tempo reintroducendo anche la procedura dell’esproprio finalizzata a garantire il ’bene comune’".

Concetti ribaditi anche dalla segretaria comunale Pd Claudia Giuliani: "La zona industriale apuana deve conservare la sola destinazione manifatturiera – dice – perché se portiamo altro commerciale in zona industriale rischieremo che grandi aziende come il Nuovo Pignone accerchiate se ne vadano altrove. E’ evidente che l’amministrazione Persiani sta disegnando un progressivo ridimensionamento delle aree a destinazione industriale. E’ un disegno da cancellare subito, perché rischia di compromettere il futuro economico e quindi sociale della nostra città. Ogni volta che un pezzo di zona industriale viene sottratto alla produzione si moltiplicano gli effetti negativi sia sulle imprese che già esistono sia sulle possibilità che nuove aziende manifatturiere vengano da noi a produrre. Quindi prima di tutto difesa della destinazione industriale della zona dove il vero tema non è avere nuovi centri commerciali, bensì accelerare la bonifica delle aree oggi non pienamente utilizzabili proprio per migliorare la disponibilità di superfici da destinare alle attività produttive. Non possiamo dimenticare, infatti, che ben 24 milioni già stanziati sono andati persi per la mancanza di progetti".