di Patrik Pucciarelli
C’era troppo traffico in autostrada, una domenica di rientro dalle vacanze con l’A12 piena di macchine. Così per farsi strada un 31enne di Milano ha deciso di utilizzare una finta paletta del soccorso sanitario per aprirsi un varco. L’idea ha funzionato ma in una delle auto in coda c’è un agente di polizia fuori servizio che si è insospettito e l’ha inseguito. E’ accaduto al casello Versilia nella carreggiata in direzione nord, verso Genova, dove viaggiava il giovane a bordo della sua Opel Corsa. Una lunga coda, il caldo nell’abitacolo: così ragazzo ha deciso di tentare il tutto per tutto con una falsa paletta segnaletica in uso ai soccorsi e alle forze dell’ordine. L’ha estratta dal porta oggetti ha abbassato il finestrino per poi sventolarla fuori, proprio come si fa in situazioni di emergenza, poi qualche colpo di clacson e le macchine iniziano a spostarsi per fargli spazio. Si apre un varco davanti a lui, procede a velocità sostenuta sembra che quella tattica stia funzionando ma è ignaro, anche se la possibilità non è poi così remota, che in una delle auto che sta sorpassando ci sia un vero agente di polizia che proprio in quel momento sta percorrendo lo stesso tratto. Il poliziotto della polstrada di Genova è libero dal servizio, nota il gesto che lo insospettisce visto che la paletta sembra proprio quella in dotazione alle forze dell’ordine e le troppe manovre azzardate stanno mettendo in difficoltà gli altri veicoli. Così inizia a seguirlo. L’Opel prosegue per diversi chilometri per poi uscire al casello di Carrara, intanto il poliziotto ha avvertito i colleghi della sottosezione di Viareggio che hanno inviato una pattuglia. L’agente ferma l’auto qualificandosi e chiedendo i dati al guidatore, nota subito sul parabrezza la paletta di segnalazione con la scritta ‘Soccorso sanitario-guardia medica’. A quel punto giungono sul posto anche i colleghi di Viareggio che cominciano a fare domande al 31enne, che in un primo momento dichiara di essere un paramedico della Croce Rossa di Genova. Le sue giustificazioni sono poco chiare, mancano diversi elementi. Gli agenti non si convincono, partono le verifiche e alla fine si scopre che il ragazzo vuole passare per quello che non è. Per il giovane solo tanta amarezza e una denuncia per possesso di un illecito segno distintivo di identificazione in uso ai corpi di Polizia.