
Eccellenze sanitarie. Monasterio nel futuro. La chirurgia cardiaca ai massimi livelli
Un investimento da 17,7 milioni di euro che in un anno ha permesso a Monasterio di entrare nel futuro della chirurgia cardiaca e portare ai massimi livelli la sua capacità di salvare vite umane. Un passaggio chiave quello di un anno fa per l’ospedale del cuore con l’inaugurazione del nuovo blocco operatorio. E a rendere ancora più importante quel momento al taglio del nastro, il 31 maggio 2023 erano arrivato il Maestro Andrea Bocelli e il campione del mondo Marco Tardelli. Quell’investimento, cofinanziato dalla Regione Toscana, è il più grande dalla nascita dell’Opa, il progenitore dell’Ospedale del Cuore.
Quasi 3.200 metri quadrati, 6 sale (una in più del vecchio blocco), di cui una ibrida che è fiore all’occhiello del nuovo blocco operatorio: grande oltre 100 metri quadri e con una dotazione tecnologica d’avanguardia, la ibrida ha consentito interventi di altissima complessità che hanno richiesto la presenza di team multidisciplinari. Come a dicembre quando la sala ha ospitato i professionisti di Monasterio, Asl e Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana per il parto di una mamma con grave cardiopatia.
Altissima tecnologia, nuove applicazioni, potenziamento delle tecniche mini invasive e una chirurgia del cuore sempre più disegnata intorno al paziente e alla sua storia clinica. Il nuovo blocco operatorio ha valorizzato competenze, professionalità e attitudine al lavoro di squadra. E i numeri confermano i risultati. Il 28 luglio il primo intervento nelle nuove sale: un’operazione di riparazione della valvola mitrale in una paziente di 64 anni, svolto dai cardiochirurghi Marco Solinas, direttore della Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia adulti, e Giacomo Bianchi, insieme al resto dell’equipe. L’intervento è stato eseguito con tecnica endoscopica che solo pochi centri al mondo sono in grado di realizzare con questi risultati. Da quel giorno, il blocco operatorio ha accolto 2.625 interventi fino a fine aprile, di cui 317 su piccoli pazienti. In 120 casi la sala ibrida ha consentito interventi ad altissima complessità che hanno visto la collaborazione di figure professionali diverse. Di tutti gli interventi, 1.679 sono state procedure emodinamiche eseguite attraverso l’inserimento di cateteri nei vasi sanguigni, come in caso di ischemie e infarti.
"La sala ibrida – spiega il dottor Giuseppe Santoro, direttore dell’unità operativa di Cardiologia Pediatrica – con l’impiego delle tecniche più innovative, ha consentito una stretta collaborazione tra cardiochirurgo ed emodinamista permettendo loro di lavorare come una squadra unica, con l’obiettivo del miglior risultato per il paziente. Il nuovo blocco operatorio costituisce un sicuro volano per un migliore, più personalizzato e meno impattante trattamento di pazienti pediatrici e adulti".
"Questo primo anno del nuovo blocco operatorio – ribadisce Marco Solinas – ha segnato un enorme passo in avanti anche nell’organizzazione del lavoro, ma ancor di più ci ha consentito di spingere le tecniche di chirurgia mininvasiva cardiaca, già utilizzate in Monasterio, al massimo delle loro possibilità. La sala ibrida offre una piattaforma su cui costruire una nuova chirurgia cardiaca sempre rivolta al paziente e sempre più mirata alle sue condizioni fisiopatologiche".