Cosmetici dal miele, ora il business si espande "Il veleno d’api? E’ il diamante dell’alveare"

Fivzzano, l’azienda Lunezia sempre più lanciata nel settore che ha stregato i reali britannici. Scortegagna: "Sostanza come il botox ma 100% naturale"

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di Irene Carlotta Cicora

Quello della cosmetica naturale è un business in espansione. Con il valore del mantra “prodotto a km Zero“ che ha ormai preso piede anche qui. In un ambito che solo all’apparenza può sembrare di nicchia. L’azienda Lunezia Cosmetics con sede a Fivizzano, guidata da Claudia Scortegagna, ha fatta propria questa filosofia, traendo dal territorio – incontaminato, lontano da fonti di inquinamento ed emissioni chimiche – il meglio in fatto di qualità. "Da sette anni portiamo avanti questo progetto che, pur confrontandosi con la concorrenza di grandi marche blasonate, si sta facendo strada nel settore – spiega – Puntare sull’alta qualità oggi che le persone vanno sempre più in cerca del prodotto naturale anziché di quello chimico per il personale benessere vuol dire imboccare un’autostrada".

L’azienda, appartenente alla galassia di Coldiretti, ha nel proprio core business non soltanto il miele – che ha vinto anche un premio dall’Accademia italiana della cucina – ma anche la cera e soprattutto il veleno d’api. Un prodotto ’miracoloso’ che ha stregato anche i reali d’Inghilterra per le sue speciali proprietà. "Si comporta come un botox naturale, basta pensare infatti che quando la pelle riceve la puntura dell’insetto si gonfia nell’area circostante – spiega l’apicoltrice – La crema viso con veleno d’api attiva il microcircolo, mentre la pelle nella parte superficiale inizia a riassorbire i nutrimenti con effetto ringiovanente. E’ il ’diamante dell’alveare’. All’estero questo prodotto va già fortissimo e in Italia c’è una nuova sensibilità, legata al benessere naturale. Stiamo parlando di un prodotto che è molto difficile da ottenere. Si usa un sistema che è del tutto indolore e non nuoce agli animaletti. Viene posizionato davanti all’alveare un macchinario che emette dei micro impulsi: le api lo percepiscono e hanno l’istinto di pungere. Lo fanno su di un vetro dal quale poi viene raccolto. Questa operazione viene effettuata due volte all’anno, quando vi sono particolari condizioni: ci vuole la condiziona giusta per le famiglie delle api al volume giusto, dev’essere il periodo dell’anno perfetto in genere in concomitanza con la fioritura di castagno e acacia, in più deve esserci il giusto nutrimento di nettare. Ne bastano pochi grammi, quelli che otteniamo dai nostri 300 apiari in produzione, per realizzare una grande quantità di creme". La crisi economica non ha risparmiato questo settore, lanciato ma molto specializzato. "E’ aumentato il costo delle materie prime, vetro e barattoli – spiega la titolare – Così come la manutenzione degli alveari. I nostri prodotti sono di fascia medio-alta di prezzo ma i clienti premiano la qualità e il forte legame col territorio: siamo gli unici in provincia e in Italia ci sono pochi produttori. Stiamo aprendo questo mercato. La catena è lunga, ci affidiamo anche a cosmetologi che gestiscono i quantitativi e purificano il prodotto. Il prossimo progetto? Fare profumazioni ispirate all’odore dell’alveare".