CRISTINA LORENZI
Cronaca

’Coseport’ verso il futuro. I portuali alla finestra : "Il Prp per crescere"

Il presidente Davide Bianchi coordina 21 operatori sulle banchine "Con l’ampliamento dello scalo il nostro fatturato potrà quadruplicare".

’Coseport’ verso il futuro. I portuali alla finestra : "Il Prp per crescere"

Provengono direttamente dall’antica Compagnia lavoratori portuali, quel gruppo di operatori che nel 1930 venne costituito con decreto e che da allora fino ai giorni nostri ha operato sulle banchine del porto di Marina di Carrara. Adesso si chiamano Coseport, sono 21 e, con l’ampliamento del porto, puntano al raddoppio. Sono i lavoratori che eseguono le operazioni di carico e scarico dalle stive delle navi e che nel tempo hanno affinato capacitàe competenze che spesso fanno la differenza con altri porti.

Il presidente è Davide Bianchi, che coordina il lavoro in banchina e gestisce le occupazioni dei portuali in una cooperativa che si chiama Coseport. "Negli ultimi due anni con l’aumento dei traffici il nostro organico è cresciuto – spiega Bianchi –. Dal 2022 siamo aumentati da 14 a 21. Inoltre ci avvaliamo di una ventina di operatori interinali da cui poi attingiamo per le assunzioni definitive>.

Un’attività che viene da lontano, da quel primo pontile voluto da Walton che nel 1851 creò immediatamente quella classe di lavoratori che nel tempo sarebbe cresciuta con il dna del porto e che avrebbe costituito quella forza lavoro che avrebbe fatto la differenza con altri scali. Addirittura si dice che le competenze nel carico e nello scarico dei dei marmi e di altri materiali che si trovano sulle banchine di Carrara non esistano altrove.

"I terminalisti, coloro che gestiscono le banchine e coordinano i traffici – continua Bianchi – si confrontano con noi il giorno prima dell’arrivo della nave per capire di quanta forza lavoro ci sia bisogno e di quali competenze. Così noi individuiamo operai specializzati o polivalenti per consentire le operazioni di carico o scarico nel migliore e nel più veloce dei modi". In gergo vengono chiamati articolo 17, codificato da quella legge Prandini che negli anni ’90 portò la rivoluzione sui porti. Con i corsi dell’Autorità portuale, voluti con lungimiranza dal presidente Mario Sommariva, per formare una categoria di lavoratori preparati, adesso sulle banchine del porto di Marina di Carrara gravita personale specializzato capace di pilotare gru, manovrare ralle, con patenti ad hoc per ogni macchinario, con la capacità di operare su container, project cargo, navi ro ro o blocchi.

"Siamo soddisfatti perché la Port authority ha puntato molto su di noi. Ci ha consentito una preparazione che ha dato i frutti sperati in termini di occupazione, di rilancio di una categoria che altrimenti avrebbe potuto morire e scomparire. Pensi che soltanto due anni fa lavoravamo appena 4 giornate al mese. Adesso siamo oltre 20 giorni lavorativi. Un bel salto di qualità che la dice lunga sul bisogno che c’è di ampliare le banchine e renderle adeguate ai traffici, di quanto il porto dia lavoro a famiglie. Con l’aumento delle merci movimentate e la qualificazione del personale l’occupazione ha subito un balzo in avanti. L’arrivo delle navi a Marina ha un appeal in più che sono gli operatori del porto". Così la Coseport, come molte altre attività che gravitano in banchina, sta alla finestra in attesa di quell’ampliamento dei moli che consentirà al territorio tutto, ma anche alla compagnia dei portuali quel salto in avanti. "Prima eravamo semplice manovalanza, adesso siamo personale specializzato che può affrontare anche il lavoro con nuovi strumenti della digitalizzazione. Se continua la crescita puntiamo a quadruplicare in poco tempo le nostre forze". La Coseport conta un fatturato di circa un milione cresciuto del 70 per cento negli ultimi due anni, ma le prospettive sono ancora più rosee.